Ben pochi impianti sterofonici o altri strumenti di riproduzione possono ricostruire la magia del suono dal vivo di questo trio: l’Oratorio di San Lorenzo della Rocca Sanvitale di Sala Baganza con la sua eccezionale acustica ha fatto il resto. Questo spazio austero e sobrio era particolarmente adatto ad una musica “notturna” come quella del Madreperla Trio, con l’inusitata profondità del suo suono e la ricchezza di armoniche.
Si tratta di una formazione dalla strumentazione inusuale con Luca Perciballi alla chitarra elettrica ed elettroniche, Bonati stesso al contrabbasso e Gabrile Fava al sax tenore e soprano. Essa è tesa a creare atmosfere meditative quanto suadenti e la rinuncia agli elementi ritmici della batteria è programmatica sin dalla prima nota.

Del resto la notte è il tema dominante dell’album “Parfois la nuit” e la scrittura di Bonati (autore di tutti le composizioni) ne ripercorre gli aspetti di introspezione, delle solitarie riflessioni, della ricerca di se stessi, che pochi altri momenti del giorno permettono di divenire così profonde. La notte può essere uno specchio in cui riflettersi nel buio, intuendo tutto lo spettro delle emozioni, ma amplificando soprattutto quelle più malinconiche.
Così non solo la penna di Bonati ma anche l’interplay che si crea con i suoi musicisti diviene carico di umori, complesso, denso di attenzione ad ogni nota dei compagni. Le elettroniche restano spesso sullo sfondo creando un grande senso di profondità.

Il trio apre con la title track dell’album passando senza soluzione di continuità a Night Village, l’atmosfera da rarefatta si raddensa in grumi che emergono dal soffuso mantra sonoro. Il sax tenore prende i suoi spazi con grande presenza e lirismo, quasi solenne, per subito ritrarsi nell’oscurità e lasciare dialogare i compagni.

I temi, pronunciati all’unisono, hanno una magia rara.
La seconda parte del concerto si apre evocando atmosfere ornettiane e col sax soprano a elevarsi sul registro alto dello strumento e si prosegue attraversando brani pervasi della stessa attonita bellezza. In “Chiara è la notte” Bonati con l’archetto erige un muro sonoro per lasciare spazio alla chitarra, lieve e profonda assieme. Poi i tre riprendono il tema e sembra vivere una comunità d’intenti.

L’attenzione degli ascoltatori nella piccola ma gremita sala è totale. Perché Bonati non è solo un musicista ma anche un perseverante divulgatore capace, con il suo ParmaFrontiere, di costruire un pubblico in grado di comprendere ed apprezzare una musica così complessa, esatta antitesi del corrente mainstream.
Il concerto va verso la conclusione con Madreperla, dal preludio solenne e note isolate, vaganti e danzanti ad introdurre uno struggente assolo di chitarra seguito dall’altrettanto lirico solo di sax tenore. Chiusura con May love dedicato da Bonati al figlio, presente in sala.
Giancarlo Spezia
Foto di Elisa Magnoni, courtesy ParmaFrontiere