Fano Jazz dietro le quinte: la macchina di un festival, I parte

In occasione dei trent’anni di Fano Jazz By The Sea, Musica Jazz (mese di maggio, 2022) ha intervistato il suo direttore artistico Adriano Pedini. Ora che ci troviamo sul campo, abbiamo deciso di proseguire il nostro “dietro le quinte” coinvolgendo lo staff, per carpire i segreti di un festival dall’anima green così longevo e di successo. Il nostro “diario di bordo” musicale prosegue…stay tuned!

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Staff Fano Jazz Network

Roberto Valentino – Ufficio Stampa
Ufficio Stampa del festival da oltre 25 anni, come sei approdato a Fano Jazz By The Sea?
È dal 1997 che curo l’ufficio stampa del festival jazz di Fano: ormai, credo che questa collaborazione passerà alla mia storia personale e professionale come una delle più longeve in assoluto. Seconda solo a quella con Bergamo Jazz, al quale sono legato sino dal 1993. Venni presentato ad Adriano Pedini da una mia collega che conosceva entrambi: da quel momento la nostra collaborazione, ma direi anche la nostra amicizia, non si è mai incrinata. Penso che alla base ci sia una stima reciproca: non potrebbe essere altrimenti. Personalmente apprezzo molto il lavoro che Adriano svolge con encomiabile costanza e pure – lo dico con grande affetto – con un pizzico di incoscienza. Spesso gli dico: “Adriano, stiamo invecchiando, non complicarti la vita con mille iniziative!” E lui, per tutta risposta, si inventa qualcosa di nuovo ogni anno… Mancano solo i concerti su una mongolfiera…. ma a questo punto temo che l’anno prossimo un pensierino ce lo farà.

Roberto Valentino (foto Andrea Rotili)

Quali difficoltà hai riscontrato lungo il percorso e quali le soddisfazioni? Hai un ricordo, un aneddoto in particolare che vorresti raccontare?
In tutti questi anni ho vissuto a Fano molti momenti di grande musica e di piacevole condivisione con tutta la squadra del festival. Ma anche periodi di tensione, dovuti alle incertezze – sostanzialmente politiche ed economiche – cui anche Fano Jazz By The Sea ha dovuto far fronte. Pedini è stato però sempre pronto a fronteggiare ogni situazione. E questo è un altro dei suoi meriti. Di ricordi ne ho molti. Uno fra tutti: la sera in cui un “allarme bomba” impedì il concerto di Joe Zawinul. Capitò che qualcuno ebbe la, si fa per dire, brillante idea di telefonare preannunciando la presenza di una bomba alla Corte Malatestiana, sede del concerto. Intervennero prontamente pompieri e quant’altro, facendo defluire il pubblico ordinatamente (in verità al pubblico era stato solo detto che era stata  intravista una vipera in platea….). L’allarme rientrò abbastanza presto, ma la frittata era ormai stata fatta e il concerto venne rinviato ad altra data. Ricordo Zawinul e i suoi musicisti seduti in cerchio in un parchetto adiacente alla Corte: sembravano divertiti da quanto stava accadendo. Comunque, lo scherzetto costò all’organizzazione del festival diverse migliaia di Euro…..

Joe Pagnoni (foto Andrea Rotili)

Joe Pagnoni – Presidente Fano Jazz Network
Cosa significa essere Presidente di Fano Jazz Network e quali sono i segreti, se si possono svelare, della riuscita di un’attività così longeva qual è Fano Jazz By The Sea?
Essere Presidente di Fano Jazz Network è per me di sicuro un grande onore. Ne sono uno dei fondatori insieme al direttore artistico Adriano Pedini, con il quale, 30 anni fa, abbiamo iniziato la grande avventura del festival Fano Jazz By The Sea.  Sono stati anni ricchi di soddisfazioni ma anche, non lo si può nascondere, di difficoltà che siamo riusciti a superare. Il segreto di tutto ciò, che poi non è così segreto, sta nell’impegno e nella passione che tutto lo staff di Fano Jazz Network mette sempre nel portare a compimento i progetti e le idee. Si lavora in un ambiente sereno ed è una fortuna avere dei collaboratori, che più che tali chiamerei amici, come Adriano, Marianna, Alessandro e tutti gli altri che ogni giorno lavorano senza tregua, 365 giorni l’anno per la buona riuscita del Festival e delle altre rassegne che organizziamo.

Franz Valentini – Direttore di palco
Come sei approdato a Fano Jazz By The Sea?
Nel 1995 mia sorella mi disse che c’era Billy Cobham gratis all’anfiteatro Rastatt e io incredulo assistetti a un concerto incredibile. Alla fine del concerto tutti andarono a farsi fare l’autografo da Billy, io invece chiesi ai tecnici chi fosse l’organizzatore di quella cosa meravigliosa. Mi venne quindi presentato Adriano e da lì non ho mai mollato il festival: quest’anno festeggio 26 anni perché nell’anno della pandemia mi è toccato saltare un’edizione…

Franz Valentini (foto Andrea Rotili)

Quali caratteristiche deve avere un buon responsabile di palco?
Un buon responsabile di palco deve sapere essere un mediatore straordinario tra artista e tecnici: la preparazione prima del festival fa una differenza incredibile. Sentire i gruppi prima e farli interfacciare con il responsabile audio e backline, capire i possibili problemi e prevenirli, fa una differenza importante. Detto questo bisogna sempre essere pronti a gestire l’imprevisto e a inventarsi soluzioni spesso impossibili.

In questi anni, qual è stato l’imprevisto più assurdo a cui hai dovuto far fronte e quale invece la soddisfazione più grande che ha ripagato la fatica del tuo lavoro?
L’imprevisto più grosso e la maggior soddisfazione coincidono con una pioggia insistente alla Corte Malatestiana durante un concerto di Mike Stern dove, contro il parere di tutti, sono entrato con la mia squadra con teli e gazebo, proteggendo i musicisti dalla pioggia battente. A un certo punto, senza rendercene conto, avevamo praticamente impacchettato con i teli il bassista Anthony Jackson… Ma in questo modo riuscimmo a salvare il concerto!

Marianna Zaccardi – Responsabile amministrazione Fano Jazz Network
Siamo sempre più sommersi da carte, intricati in complesse procedure online, o qualcosa si è snellito? Ergo, com’è cambiata nel corso del tempo la burocrazia del settore cultura? A tuo avviso, tutela fattivamente i lavoratori dello spettacolo? Cosa cambieresti se avessi la bacchetta magica? E in quale modo è possibile restare costantemente aggiornati?
Purtroppo la burocrazia del settore cultura e nello specifico dello spettacolo dal vivo non sì è affatto snellita, al contrario le indicazioni poco chiare che ci arrivano creano ancora più confusione. Questo, dettato anche dal fatto che solo ora si sta ponendo una precisa attenzione sul lavoratore dello spettacolo, che in anni passati non era affatto visto come tale; il musicista lo faceva per passione e l’organizzatore per divertimento. In questa complessità, i musicisti non sanno come muoversi in ambito amministrativo burocratico per la loro tutela e questo porta l’organizzatore a risultare pesante nelle richieste che vengono fatte agli stessi per poter portare a termine le procedure necessarie, senza errori. Infatti, negli ultimi anni sono nate una miriade di Cooperative che offrono questo servizio al lavoratore che però risultano onerose sia per il musicista che per l’organizzatore. Quindi il problema non sembra essere risolto ma si ripercuote ancora sul costo del personale che diventa sempre più elevato. Basterebbe, a mio avviso, una reale digitalizzazione centralizzata, in cui il lavoratore inserisce i propri dati anagrafici e la propria posizione fiscale a cui noi organizzatori professionisti possiamo accedere per poter procedere sempre all’interno del portale a tutte le procedure necessarie attraverso un semplice click. Io per rimanere aggiornata mi interfaccio sempre con la mia consulente del lavoro che periodicamente mi invia tutte le comunicazioni.

Marianna Zaccardi (foto Andrea Rotli)

Ci racconti il tuo approdo a Fano Jazz By The Sea?
Dopo la mia laurea magistrale in Comunicazione e Pubblicità per le organizzazioni e le imprese, ho partecipato e vinto un bando indetto dalla Regione Marche. Mi sono ritrovata a lavorare presso lo studio grafico di Claudio Bartolucci che in quel periodo stava ridisegnando il sito di Fano Jazz By The Sea. Ultimato il mio percorso formativo, nel settembre del 2009, fui contattata da Adriano Pedini che mi propose di lavorare al suo fianco. Accettai senza molti dubbi: da lì è partita la nostra bellissima avventura insieme. Siamo una coppia lavorativa esplosiva, complementare, ci capiamo senza tante parole e in 13 anni di collaborazione ci siamo sempre supportati sia a livello lavorativo che privato, superando insieme grandi sfide. Devo a lui quello che sono oggi all’interno di Fano Jazz Network e di questo lo ringrazierò per tutta la mia vita.

Alessandro Eusebi – Digital Marketing Specialist
Il jazz non è pop o, pardon, è pop in un modo non comunemente inteso. Come si rende più “appetibile”, attraverso i social, la rassegna di un genere musicale considerato di nicchia?
La risposta è nella domanda, più precisamente nella parola “nicchia”. Una nicchia di pubblico in una zona ristretta è poca cosa ma, su larga scala, parliamo di numeri ben diversi e importanti. Conosciamo il nostro pubblico? Conosciamo quali sono le domande che si pone su questo mondo? Di quali risposte necessita? Essere un punto di riferimento per la community con una strategia di contenuti utili e coinvolgenti, farà si che la piattaforma social supporti la nostra comunicazione e la diffusione del nostro festival, rassegna o evento. Ovviamente è un lavoro delicato che richiede tempo, competenze, voglia di sperimentare e tanta pazienza.

Alessandro Eusebi (foto Andrea Rotili)

Qual è la tua esperienza a Fano Jazz By The Sea e cosa consiglieresti ad un giovane che vuole avvicinarsi al mondo del social media management?
La mia esperienza con Fano Jazz By The Sea comincia nel 2004, ben prima dell’avvento dei social network. Con la loro affermazione, ricordo che in una prima fase utilizzavamo i social con grande efficacia semplicemente per il fatto che su queste piattaforme non c’erano molti competitor e le nostre comunicazioni riuscivano a raggiungere pubblici molto ampi. Oggi la situazione è molto diversa, perché bisogna riuscire a costruire una comunicazione rilevante per gli utenti e che possa contare sull’appoggio degli algoritmi.  Ad un giovane che vuole entrare nel mondo dei festival e occuparsi di comunicazione posso consigliare prima di tutto di costruire una solida formazione teorica sulla comprensione dei pubblici, basata su psicologia e studi sociologici, perché con una forma mentis di questo tipo si possono affrontare i cambiamenti tecnici e degli strumenti che inevitabilmente incontriamo nel nostro percorso: i social cambiano ma la teoria resta. In secondo luogo di cercare di comprendere come creare valore per gli utenti in modo che i contenuti prodotti possano essere sostenuti dall’algoritmo e ottenere maggiore impatto e visibilità. Ultimo consiglio è studiare sempre qualcosa (non solo di comunicazione), sperimentare il più possibile, restare aggiornati e cercare di guardare le cose da punti di vista sempre nuovi e diversi.

Andrea Rotili – Fotografo ufficiale
Sei parte del team da qualche anno e il tuo lavoro non include solamente l’ambito culturale. Che responsabilità sente Andrea Rotili in qualità di fotografo ufficiale di Fano Jazz By The Sea?
Prima cosa fra tutte, essere scelto come fotografo ufficiale dalla direzione artistica significa dare valore e spessore all’importanza dell’immagine nella documentazione di un evento musicale. Purtroppo, oggi si tende sempre più a utilizzare immagini solo per fini social, quando invece il lavoro di un fotografo è quello di raccontare per immagini, creare foto di archivio che verranno conservate negli anni ed utilizzate per mostre, libri, ecc, ma  soprattutto creare contenuti con progettualità che vedono coinvolte le dinamiche che si creano all’interno del festival, alla musica e alla Città di Fano e il suo territorio, nel caso specifico del festival Fano Jazz By The Sea.

Andrea Rotili
foto di Mirko Silvestrini

A quale/i progetto/i stai lavorando intorno al Festival?
Nell’edizione di quest’anno, saranno inseriti nel team di fotografi alcuni ragazzi del Liceo Artistico Nolfi Apolloni con i quali abbiamo fatto un percorso di insegnamento insieme al professor Paolo Tosti, alle fotografe Cristina Pergolini e Mariachiara Montesi. Questi ragazzi stati formati sia sulla tecnica fotografica che alla postproduzione, all’educazione al linguaggio fotografico e comportamentale finalizzato alla fotografia di scena. Gli alunni verranno coinvolti in alcuni giorni del festival per entrare nel mood e nelle dinamiche dell’evento coinvolgendoli con dei progetti che potranno far parte di una eventuale mostra il prossimo anno, per documentare la ricorrenza dei trent’anni del festival.

Un aneddoto che ricordi con piacere legato a questa esperienza. 
Un aneddoto molto importante dal quale si evince che la perseveranza, la costanza e il credere nei propri mezzi alla fine premiano. Nel lontano 2013 avevo chiesto se potevo fotografare l’evento il festival, ma l’ufficio stampa, Roberto Valentino, mi negò l’accredito: la motivazione fu che c’era già un fotografo ufficiale che copriva l’evento. Negli anni ho inseguito sempre la volontà di fotografare il festival jazz di Fano, per la sua importanza, per il suo lustro, per la sua storia nella mia Regione. E finalmente nel 2020, proprio nell’edizione più anomala e difficile di tutti questi anni dovuta alla convivenza con il Covid, il sogno si è avverato. Questo è il terzo anno che lavoro per il Festival…e con Roberto Valentino l’intesa è ora perfetta!
Eleonora Sole Travagli