It’s Christmas Time!

Tante novità discografiche dedicate al Natale, da tenere sotto l’albero.

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Era da un po’ che non fioccavano tanti dischi sul tema natalizio. L’interpretazione del ripristino di tale costume la lasciamo a chi vorrà occuparsene, ma vero è che i prodotti discografici qui esaminati sono tutti di notevole qualità. Certo, perché per quanto il mood resti pur sempre quello di Santa Claus e dintorni, le sonorità, le interpretazioni, gli arrangiamenti sono da applausi a scena aperta, anche per chi non ha tanto in gloria certe operazioni reputandole espedienti commerciali. Nove diversi (da ogni punto di vista) lavori che rispecchiano l’anima dei musicisti coinvolti. Ciò che qui, per fortuna, manca sono la banalità e la ripetizione di cliché mielosi.


La ACT Music non è nuova nell’offrire compilation natalizie: forse è la casa discografica, in ambito jazzistico, più assidua in tal senso. E lo fa, come sempre, schierando il suo roster quasi al completo e licenziando «Christmas in the Spirit of Jazz» dove fanno bella mostra ben diciotto brani che vanno dalla luminosa voce di Nils Landgren (che ti entra in testa senza più uscirne), accompagnato da una super band, con Comin’ Home For Christmas, alla solitaria medley di Iiro Rantala, che mette insieme Happy Xmas e War is Over di John Lennon, passando per la voce evocativa di Janne Marke e l’inconfondibile soffio della tromba di Arve Henriksen (e sodali) che intonano Vinter. Adam Bałdych, Tore Brunborg, Helge Lien, Frode Berg e Per Oddvar Johansen danno vita a una sentita e rinnovata interpretazione di Hallelujah di Leonard Cohen, mentre Bugge Wesseltoft apre nuovi scenari musicali con il suo fraseggio pesato e composto alla tradizione natalizia reinventando In dulci jubilo. Una première assoluta è quella accordata da Cæcilie Norby e Lars Danielsson, che accendono le luci di Natale con un’interpretazione avvolgente di Have Yourself a Little Christmas. E, a rincarare la dose, si ascoltano anche le perle elargite da Jeanette Köhn e Jessica Pilnäs, Laila Biali e Ida Sand e la sempre amabilmente dissacrante Jazzrausch Bigband.


Anche i trombettisti si sono dati da fare. L’insospettabile Ibrahim Maalouf mette in campo ben venticinque classici del Natale raccolti nel doppio album «First Noël» (Mister IBE), accompagnato da tre sodali e amici: François Delporte (chitarra), Frank Woeste (pianoforte) and Sofi Jeannin, direttrice del coro da lei creato ad hoc per questo disco: delle voci celestiali che ben si sposano con il fraseggio ora limpido, ora ricoperto di velluto di Maalouf. Un disco che ha delle forti radici personali per il trombettista di Beirut: il padre era sagrestano di Saint-Julien-le-Pauvre, non lontana da Notre Dame, chiesa dove si sono celebrati i funerali dello zio e della nonna di Maalouf. La sua dedica è globalizzante, perché mette in fila tutta la tradizione musicale natalizia con l’originalità che lo contraddistingue. Rimodula i classici, li svernicia e li ricopre di nuovi sentimenti, epurandoli dalle parole.


E Till Brönner, che non è nuovo in questo ambito, non si sottrae a questa voglia di ricostruire le frasi più celebri dei canti di Natale. «Till Christmas» (Masterworks) con un organico ridotto all’osso: con lui ci sono Frank Chastenier al pianoforte e Christian von Kaphengst al contrabbasso. Il lavoro dei tre è tutto strumentale e il jazz viene fuori prepotentemente in ogni brano, grazie al fraseggio riflessivo del trombettista tedesco, dell’assenza della batteria, dell’essenzialità della musica ordita, dell’affiatamento con i sodali. Così anche il classico dei classici, Stille Nacht o Have Yourself a Little Christmas, trova una nuova collocazione con variazioni e improvvisazioni sul tema tali da lasciare anche il Natale in un angolo.


Naturalmente del gruppo fanno parte anche le voci e, in questo caso, tre voci celebri. La prima è quella di Norah Jones che dà ai posteri «I Dream Of Christmas» (Blue Note): un’altalena tra brani nuovi, compresi Christmas Calling firmato dalla Jones e Bleu Christmas, che la vocalist statunitense firma con il produttore Leon Michels. Al fianco di questi inediti troviamo grandi classici che profumano di blues (Christmastime, You’re Not Alone), di jazz spruzzato di soul (ma è anche vero il contrario) come Winter Wonderland. Tutto ciò marchiato a fuoco dalla impareggiabile vocalità di Norah Jones.


C’è anche chi decide di esordire nel mondo della canzone natalizia e lo fa con acume e determinazione, come Kristin Chenoweth (vincitrice di un Tony e un Emmy Awards): ovviamente alla sua maniera, con tutto lo stile e il bagaglio culturale ben radicati nel mondo del musical. Bagaglio che si ascolta in ogni anfratto di questo lavoro: «Happiness is… Christmas!» (Concord) è un disco che fa contenti tutti: chi ama il genere, chi ama il jazz, chi ama il musical e chi ama la voce perfettamente intonata e adamantina della Chenoweth.


E troviamo un altro insospettabile: José James. «Merry Christmas» è uno scrigno prezioso in cui sono contenuti i finimenti dorati del crooner, gli abiti eleganti del soul e il jazz che si faceva tanti anni fa. Un disco che fa bene al cuore, perché tanta raffinatezza espositiva non la si trova a buon mercato. Ogni brano, anche il più classico White Christmas, qui trova un nuovo mondo.


La quaterna delle voci è completata dalla bella cantautrice e attrice – ben nota nell’ambito dei musical – Morgan James, che con la sua voce torrida e black fa indossare abiti funk, r&b e soul al Natale. «A Very Magnetic Christmas» (Hedonist Records, autoprodotto) è una versione originale, personale e movimentata del mood natalizio, che non guasta assolutamente: anzi, ce n’era proprio bisogno, tra tanta dolcezza.


Un capitolo a parte merita Jamie Cullum, perché cala gli assi, riempie Natale e Santo Stefano con il suo triplo album «The Pianoman at Christmas» (Island Records), registrato agli Abbey Road Studios. Il popolare artista britannico sciorina da crooner brani old style e new dimension, con anche un bel drappello di ospiti: Lady Blackbird, Kansas Smitty’s, The Vernon Spring. Classe ed eleganza garantiti: forse manca quel certo guizzo di originalità, ma lo spirito del Natale dev’essere anche rassicurante.


Chiudiamo questa carrellata con una compilation a tema: «Irving Berlin’s White Christmas» (Jasmine Records). Una di quelle selezioni col botto: ventotto versioni del celeberrimo brano che riuniscono sotto lo stesso tetto da Ella Fitzgerald a Elvis Presley, da Bing Crosby a Chet Atkins, da Rosemary Clooney a Mahalia Jackson e tante altre leggende che celebrano le festività e Irving Berlin. Uno di quei dischi da far girare a rotazione continua sul giradischi (o lettore cd) dal 23 dicembre fino all’ultimo giorno delle feste.
Alceste Ayroldi