Adrien Brandeis «Meetings»

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AUTORE Adrien Brandeis

TITOLO DEL DISCO

«Meetings» ETICHETTA Jazz Family
C’è chi si limita a far suonare temi e ritmi latini scopiazzando a destra e a manca, e chi fonde in perfetta armonia il passo latino con l’improvvisazione jazz. Brandeis appartiene a quest’ultima schiatta; e se già lo aveva messo in chiaro nel suo album d’esordio, ora lo sottolinea con vigore e maturità professionale. Non ci sono cover o remake, è tutto frutto della penna del giovanissimo (classe 1992) pianista francese. L’apertura è al fulmicotone, con un torrido assolo del leader, supportato da una sezione ritmica di vaglia, che conosce bene i meandri musicali di Cuba e dintorni (Mantodea). La freschezza armonica di Agonda trova un succoso preludio con le corpose linee di basso di Nueva e gli spazi aerei disegnati dai piatti di Dolmen. Brandeis ridisegna il mainstream, lo accarezza ma lo tiene a bada. Pone dovizia alle strutture armoniche, sempre complesse seppur ben avvolte dall’immediatezza espressiva, come in Chick’s Garden, con il tocco al limite di una percussione, i ritmi saltellanti e gli accompagnamenti sobri, rimarcati dal turbinoso periodare di Dolmen e dal suono profondo e rassicurante di Nueva. La vena compositiva del musicista francese è di quelle ad ampio spettro e lo conferma nell’andamento romanticamente danzabile di Suave, con le percussioni di Poleo che spiegano ogni traccia sonora, marchiandole di latinità. Nel tocco di Brandeis ci sono anche richiami alla musica classica e Never Know ne è un eloquente esempio, con le rapide e mutevoli frasi su intervalli che dilatano le armonie del tema. Velocità e precisione non difettano e la roboante Not Ready fa da garante. Brandeis riesce a essere narrativo e sciorina il suo linguaggio colto, ironico, mai scontato sia quando il metronomo viaggia a ritmi sostenuti, sia quando è più melanconico e dispensa sorrisi e carezza (Elixir). Rielabora ad arte anche i ritmi più battuti, come si ascolta in Cha cha Paris, supportato dalle impeccabili percussioni di Sotolongo. La ricerca sonora del pianista di Annecy arriva sempre inaspettata: il suo pregevole lavoro si chiude con le attente sonorità della migliore classica contemporanea, tra note aperte, silenzi, pause e ripartenze corali della bella Textures. Alceste Ayroldi

DISTRIBUTORE

difymusic.com/jazz-family FORMAZIONE
Adrien Brandeis (p.), Damian Nueva (cb.), Arnauld Dolmen (batt.), Inor Sotolongo, Orlando Poleo (perc.). DATA REGISTRAZIONE
Udine, febbraio 2020
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