TIME IN JAZZ 2015

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La ventottesima edizione di Time in Jazz prende il via sabato 8 agosto con due eventi legati al viaggio. Uno, via mare, è l’immancabile concerto a bordo di una nave della Sardinia Ferries nella sua traversata del Tirreno dalla Penisola alla Sardegna: un evento che si rinnova per il decimo anno consecutivo, grazie alla preziosa collaborazione della compagnia delle navi gialle. Protagonista, sul Mega Express Three in partenza alle 15.30 da Livorno alla volta del porto sardo di Golfo Aranci (con arrivo alle 21.55), il duo Madera Balza composto dal pianista Natalio Mangalavite e dalla cantante e attrice Monica Demuru, che tornano a Time in Jazz con un nuovo progetto, “Ali ai Piedi”, per proseguire il percorso intrapreso l’anno scorso con Podology.
L’altro evento inaugurale vola invece sull’aereo di linea della compagnia Meridiana che decolla alle 18.30 dall’aeroporto “Guglielmo Marconi” di Bologna per atterrare alle 19.35 al “Costa Smeralda” di Olbia. Imbarcato, insieme ai passeggeri, Paolo Fresu sarà protagonista con la sua tromba e il suo flicorno di un concerto ad alta quota simbolico e perfetto per questa edizione del festival. Titolo: Ali sarde.
All’atterraggio, è previsto un momento conviviale, realizzato in collaborazione con la società di gestione dell’Aeroporto Olbia-Costa Smeralda, GEASAR, con l’inaugurazione ufficiale del Time in Jazz music bar, uno spazio dedicato alla musica e all’arte, che ospiterà, nel corso dell’anno, le produzioni e i progetti di Time in Jazz.
Domenica 9 agosto

La prima giornata in terra sarda – domenica 9 – si apre alle 11 allo Stagno della Peschiera di San Teodoro, sulla costa orientale sarda, a una trentina di chilometri da Olbia: di scena il quintetto M.O.F., uno dei gruppi selezionati dall’associazione MIdJ (Musicisti Italiani di Jazz) tramite il “We Insist!”, un progetto di promozione dei giovani jazzisti nella rete dei festival nazionali I-Jazz. Nato sei anni fa tra le aule del conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara dall’incontro di cinque musicisti (il trombonista Filippo Vignato, il sassofonista Manuel Trabucco, il chitarrista Frank Martino, il bassista Stefano Dallaporta e il batterista Diego Pozzan) provenienti da background musicali e geografici diversi (Sicilia, Abruzzo, Veneto), il MOF conta due dischi all’attivo. Parte della ricerca musicale del quintetto, all’interno del tradizionale linguaggio jazzistico, è mescolata all’uso dell’elettronica dal vivo come “sesto musicista” che improvvisa e crea un dialogo con la band.

A ridosso del mare anche il concerto pomeridiano: alle 18, alla Torre di San Giovanni, nei pressi di Posada, Paolo Angeli propone il repertorio del suo nuovo album, “S’Û“, uscito a marzo. Musicista curioso, dotato di grande tecnica e inventiva, Paolo Angeli vive la musica da artigiano e la plasma come una materia viva. Dall’incontro-scontro fra tradizione popolare e avanguardia nasce la sua “chitarra sarda preparata”, un ibrido a diciotto corde tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile, con cui il musicista di Palau rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise e pop minimale, senza perdere il legame con le tradizioni popolari della sua terra di origine, la Sardegna.
Uno spostamento di una novantina di chilometri in serata porta il festival verso l’interno, a Tula: alle 21,30, nella Chiesa di Santa Maria di Coros, suona il Dan Kinzelman’s Ghost, una formazione che si sottrae ai generi. Il quartetto di fiati e percussioni intestato al sassofonista americano (ma da tempo residente in Italia), con Mirko Rubegni (tromba), Manuele Morbidini (sax alto) e Rossano Emili (sax baritono e clarinetto basso) mischia infatti con irriverenza musica da camera e contemporanea, free jazz, ritmi africani e minimalismo con elementi tratti dalle musiche etniche di ogni latitudine e dalla tradizione bandistica.
Lunedì 10 agosto

Due concerti solistici in calendario per lunedì 10 agosto. Il primo (ore 11), alle Domus de Janas di Partulesi, sito archeologico nel territorio di Ittireddu, vede in azione, per una produzione originale del festival, Enrico Merlin, un musicista che all’attività di chitarrista, compositore e manipolatore di suoni, affianca con successo quella di storico della musica del Novecento. Il giorno dopo, il musicista sarà presente al Time in Jazz music bar presso l’Aeroporto Olbia-Costa Smeralda.
Protagonista del secondo, alle 18 nella chiesa di San Giovanni a Pattada, è invece Dino Rubino, apprezzato non solo come pianista dallo spiccato senso melodico, ma anche come trombettista. Trentaquattro anni compiuti a ottobre, il musicista siciliano conta quattro dischi a suo nome ( l’ultimo è il recentissimo “Roaming Heart”, pubblicato a giugno e registrato in piano solo a Parigi, la città dove vive attualmente) e collaborazioni con jazzisti come Francesco Cafiso, Flavio Boltro, Paolo Fresu, Roberto Gatto, Riccardo Fioravanti, Giovanni Mazzarino, oltre a guidare l’On Air Trio e il progetto “Kairos”.
Reduci dal loro “concerto navale” di sabato 8, Monica Demuru e Natalio Mangalavite approdano in serata a Mores, alle 21,30 alla chiesa del Convento dei Cappuccini, per chiudere con le loro “Ali ai piedi” la seconda giornata di Time in Jazz. Formatosi nel 2010, il duo Madera Balza si distingue per un’originale e continua ricerca di una forma musicale brillante e malinconica, tra tradizione folk, pop, canzone d’autore e jazz.
Martedì 11 agosto

Martedì 11 si apre alle 11 nella Piazza della Chiesa di Sant’Antonio di Gallura con il duo formato dal sassofonista Dan Kinzelman e da Giovanni Guidi. Classe 1985, scoperto da Enrico Rava, il pianista umbro (di Foligno) è oggi impegnato in una bella serie di progetti, come il duo Soupstar con Gianluca Petrella, il quartetto diretto insieme al giovane sassofonista Mattia Cigalini e il trio con il trombettista Luca Aquino e il percussionista Michele Rabbia (di scena anche a Time in Jazz, giovedì 13), oltre che alla testa di propri gruppi e in formazioni guidate dallo stesso Rava.
Appena una ventina di chilometri separano Sant’Antonio di Gallura da Calangianus, meta da raggiungere per assistere alle 18, al concerto della Piccola Orchestra Gagarin formata dal violoncellista israeliano-russo Sasha Agranov, dal chitarrista sardo Paolo Angeli e dal batterista catalano Oriol Roca. Nei suggestivi spazi dell’ex-convento, il trio presenta in anteprima “Vostok”, un nuovo viaggio in forma di suite che ripercorre l’avventura della capsula che oltre mezzo secolo fa, il 12 aprile 1961, portò il primo essere umano in orbita intorno alla terra: Jurij Gagarin.
In serata Time in Jazz arriva “a casa”, a Berchidda per una serie di appuntamenti al Laber, l’ex-caseificio trasformato in centro culturale che anche quest’anno ospita tanta parte del festival. Il primo, alle 19.30, che seguirà l’inaugurazione della rassegna P.A.V. (Progetto Arti Visive), è l’incontro con il giornalista e storico musicale americano Ashley Kahn, vincitore quest’anno di un Grammy Award, che ritorna a Time in Jazz per presentare il suo ultimo libro, Suono universale. La mia vita (pubblicato in Italia lo scorso dicembre da Mondadori), l’autobiografia di Carlos Santana di cui è co-autore insieme a Hal Miller.
La musica torna in pista in serata con due diversi concerti nel cortile del Centro Laber. Alle 21,30 riflettori puntati suDino Rubino, stavolta in duo con Paolo Fresu, suo mentore e produttore discografico con l’etichetta Tuk Music. Poi, alle 23 circa, sul palco sale la Puglia Jazz Factory, un collettivo che riunisce alcuni dei più rappresentativi jazzisti pugliesi: i sassofonisti Gaetano Partipilo e Raffaele Casarano, il pianista Mirko Signorile, il contrabbassista Marco Bardoscia e il batterista Fabio Accardi. Nato quattro anni fa come progetto speciale per una data unica del Roma Jazz Festival nel marzo 2012 ha registrato l’album “From the heel”, interamente basato su brani originali.
Mercoledì 12

Parte da Tempio Pausania la giornata di mercoledì 12 con il solo di Oren Marshall nella chiesa di San Pietro (ore 11). Sperimentatore della tuba e della tuba elettrica, il musicista inglese si muove abilmente fra jazz, world music, musica classica e improvvisata, come suggerisce l’elenco delle sue esperienze e collaborazioni con nomi come Derek Bailey, Charlie Haden, Sir Peter Maxwell Davies, Moondog, Radiohead, Hermeto Pascoal, The Pan-African Orchestra, la London Philharmonic, John Taylor e Bobby McFerrin. Un eclettismo che trova un’originale incarnazione nella sua Charming Transport Band, progetto che riunisce musicisti del Ghana e della Nigeria insieme con improvvisatori e jazzisti inglesi.
Altra esibizione solistica quella in programma alle 18 nella chiesa di San Nicola a Bortigiadas, dove il pubblico di Time in Jazz ritrova il pianista Giovanni Guidi. Poi, alle 21,30, apre finalmente i cancelli l’arena del festival allestita nella Piazza del Popolo a Berchidda.
La serie dei concerti che per quattro sere terranno banco sul “palco centrale” di Time in Jazz si inaugura con un duo di autentici protagonisti del jazz moderno: il pianista Kenny Barron (classe 1943) e il contrabbassista Dave Holland (classe 1946, ritorna a Berchidda a distanza di un anno dalla sua memorabile esibizione in trio con Kevin Eubanks e Eric Harland). Due artisti in stato in grazia, il cui interplay mostra in ogni nota un profondo rispetto reciproco, per un concerto che si annuncia intimo ed emozionante, ricco di lirismo ma allo stesso tempo stimolante.
Decisamente altre sonorità e atmosfere nella seconda parte della serata (intorno alle 23) con Nguyên Lê e il suo progetto “The Dark Side Nine”: si tratta della versione live (e in formazione più ristretta) dell’album “Celebrating the Dark Side of the Moon” con cui lo scorso ottobre il chitarrista francese (di origini vietnamite) ha reso omaggio allo storico disco dei Pink Floyd: un ambizioso remake che nel cd combina la NDR Radio BigBand di Amburgo, l’orchestrazione di Michael Gibbs e le inconfondibili sonorità di Nguyên Lê, qui in concerto affiancato invece da un organico più leggero e flessibile: Himiko Paganotti (voce), Sylvain Gontard (tromba e flicorno), Stéphane Guillaume (flauto e sassofoni), Céline Bonacina (sassofoni), Daniel Zimmerman (trombone), Illya Amar (vibrafono e elettronica), Romain Labaye (basso) e Nicolas Viccaro (batteria).
Al termine, dopoconcerto al Centro Laber con i Jazz Express, ovvero Francesco Nasone (voce), Luca Agnello (sax tenore), Danilo Tarso (pianoforte & Rhodes), Antonio Masàla (chitarra), Francesco Rapinesi (contrabbasso) e Juri Altana (batteria) con Pina Muroni (voce) come special guest. Si tratta del gruppo formato dai vincitori delle apposite borse di studio del Seminario Jazz di Nuoro dello scorso anno: un appuntamento di Time in Jazz che si rinnova a ogni edizione, rinsaldando il legame che unisce il festival di Berchidda con l’iniziativa didattica nuorese.
Giovedì 13

Altro impegno per Nguyên Lê, stavolta in duo con Paolo Fresu, la mattina dopo – giovedì 13 – a Telti: nella chiesa di San Bachisio (ore 11) il chitarrista francese e il trombettista sardo rispolverano la lunga e feconda intesa artistica che ha lasciato pagine importanti nei loro percorsi artistici.
Il Castello dei Doria a Chiaramonti farà da cornice al concerto pomeridiano (inizio ore 18) del trio che vede insieme Giovanni Guidi, Luca Aquino e Michele Rabbia. Un triangolo perfetto quello formato dal pianista folignate, il trombettista campano e il percussionista piemontese: legati da una forte attrazione per la componente melodica, dalla curiosità che li porta su percorsi spesso inusuali e dalla naturalezza del loro interplay, i tre affrontano un repertorio dove la tradizione melodica italiana si fonde con lo spirito del blues e le suggestioni e il lirismo dei silenzi del Nord.
Louis Moholo-Moholo e Manu Katché: due grandi batteristi caratterizzano con le rispettive formazioni la serata sul palco di Piazza del Popolo a Berchidda. Tra i protagonisti di quella generazione di musicisti sudafricani che negli anni Sessanta immisero la loro linfa nella scena jazzistica inglese, il primo si presenta con il progetto Special Unit for the Blue Notes: un omaggio al leggendario gruppo formato dal pianista Chris McGregor, i sassofonisti Dudu Pukwana e Nick Moyake, il trombettista Mongezi Feza e il contrabbassista Johnny Dyani, i Blue Notes, appunto, e a quella stagione creativa di cui, a cinquant’anni di distanza, Louis Moholo-Moholo è l’unico sopravvissuto. Con lui a Berchidda un organico composto da musicisti britannici in qualche modo figli di quell’esperienza: Shabaka Hutchings e Ntshuks Bonga ai sassofoni, Henry Lowther alla tromba, Alan Tomlinson al trombone, Alexander Hawkins al pianoforte e John Edwards al contrabbasso.
Le radici africane hanno il loro peso anche nel caso del protagonista del secondo set: classe 1958, francese di nascita ma con origini in Costa d’Avorio, Emmanuel “Manu” Katché ha spesso definito il suo stile come un amalgama di concetti ritmici africani e percussioni classiche, illuminati dall’interazione istantanea del jazz. Catapultato all’attenzione mondiale grazie alla sua partecipazione all’album “So” di Peter Gabriel e al successivo Amnesty International World tour con lo stesso ex Genesis, Sting e Tracey Chapman, il batterista ha iniziato a registrare e girare con artisti come Joni Mitchell, Robbie Robertson, Dire Straits, Simple Minds, Youssou N’Dour, Joan Armatrading, Joe Satriani, Jan Garbarek. Manu Katché, che sta lavorando a un nuovo album in uscita prevista per il prossimo autunno, sarà a Berchidda in quartetto con il sassofonista Tore Brunborg, Luca Aquino alla tromba e Jim Watson al pianoforte e all’Hammond B3.
Poi, intorno alla una, dopoconcerto con la prima delle tre proposte selezionate attraverso il quinto concorso Time Out, realizzato in collaborazione con Heineken/Ichnusa, che si avvicenderanno in altrettante serate al jazz club allestito al Centro Laber. Apre la serie mumucs, progetto solista che la cantante Marta Loddo porta avanti dal 2012: un percorso attraverso il pop, il rock e l’improvvisazione, tra cover e composizioni originali, pensato per voce e loop station.
Venerdì 14

La mattina di venerdì 14 agosto si apre alle 12,30 all’insegna della musica barocca, nell’ottocentesca Cattedrale dell’Immacolata di Ozieri, con il virtuoso della tuba e del serpentone Michel Godard, alla guida del progetto “Monteverdi – A Trace of grace” dedicato a una rilettura in chiave jazz delle musiche del grande compositore italiano; ad affiancarlo in quartetto Gavino Murgia al sax, Luciano Biondini alla fisarmonica e il mezzosoprano Guillemette Laurens.
Nel pomeriggio, alle 18, il festival si sposta verso il mare per fare tappa a Loiri Porto San Paolo, dove, presso la Tanca di Lu Bagnu, è atteso Louis Moholo-Moholo, questa volta in un duo che promette faville con il giovane pianista inglese Alexander Hawkins, considerato uno dei maggiori esponenti della nuova scena jazzistica europea: nel loro incontro, suggellato dall’album “Keep Your Heart Straight” (del 2012) si percepisce un appassionante mix di free jazz, melodie sudafricane e l’influsso di pietre miliari del jazz come Duke Ellington.
In serata, alle 21,30, l’appuntamento è in Piazza del Popolo per l’atteso ritorno a Berchidda di Stefano Bollani insieme a Jesper Bodilsen (contrabbasso) e Morten Lund (batteria) a comporre i ranghi del Danish Trio, un progetto caratterizzato dall’improvvisazione jazzistica all’insegna del puro divertimento musicale. Classe 1972, pianista, compositore (ma anche conduttore radiofonico e televisivo di successo), Stefano Bollani è senza dubbio tra i più conosciuti e apprezzati artisti espressi dal jazz italiano. Pluripremiato per i suoi dischi, ha chiuso il 2014 con il disco d’oro per il suo disco/progetto “Carioca” e ha aperto il 2015 vincendo il referendum della rivista Musica Jazz per il miglior disco dell’anno con “Joy in Spite of Everything”, registrato appunto con i due colleghi del Danish Trio, e impreziosito dagli special guest Mark Turner e Bill Frisell.
Secondo set, alle 23, con il quintetto Living Being guidato da Vincent Peirani: classe 1980, il fisarmonicista francese ha iniziato a suonare all’età di undici anni, partendo da una formazione classica, per poi approdare al jazz, dove il suo talento l’ha portato presto a lavorare con musicisti del calibro di Michel Portal, Daniel Humair, il quintetto di Renaud Garcia Fons, Sylvain Luc, Louis Sclavis e Vincent Courtois. Sul palco di Berchidda sarà affiancato da Emile Parisien ai sassofoni, Tony Paeleman al fender rhodes e elettronica, Julien Herné al basso e Yoann Serra alla batteria.
Intorno alla mezzanotte trasferimento al Parco della Musica, poco distante dal palco centrale, per l’esibizione della “storica Banda Musicale Bernardo De Muro di Berchidda diretta da Luciano Demuru. Quindi, appuntamento al jazz club al Centro Laber con un’altra proposta vincitrice del concorso Time Out, gli Apollo Beat, formazione sassarese nata nel 2012 e caratterizzata dalla passione per le atmosfere del cinema degli anni Settanta. Alla base della sua musica, il groove della blaxploitation americana, il funk poliziottesco all’italiana, fino a alle sonorità tipiche dei film hard dell’epoca.
Sabato 15

Ricco di eventi patrocinati dal Ministero dell’Ambiente e ospitati nelle suggestive chiese campestri dei dintorni del paese, il giorno di Ferragosto inizia come da tradizione nelle campagne intorno a Berchidda: il primo appuntamento è alle 11 alla chiesetta di San Michele con l’immancabile conferenza sui temi ambientali , quest’anno affidata aldottor Vincenzo Migaleddu, presidente dell’ISDE Sardegna, (Associazione internazionale dei Medici per l’Ambiente) con un intervento dal titolo “Cosa ci vuole per volare?” in linea col tema del festival.
Dopo la conferenza, il pubblico potrà ancora apprezzare Stefano Bollani, stavolta in un trascinante piano solo, e poi, al termine del concerto, degustare nella vicina chiesetta di Santa Caterina alcuni piatti della cucina locale nel tipico pranzo berchiddese proposto come ogni Ferragosto. Restando a Santa Caterina, il pomeriggio proseguirà con una delle forme più note della tradizione musicale sarda, il canto a chitarra, in un appuntamento a cura dell’etnomusicologo Fabio Calzia con i cantadores Carlo Crisponi e Gianmichele Lai, due interpreti tra i più noti e apprezzati della scena odierna del Canto a Chitarra, con l’accompagnamento eccezionale dell’organettista Carlo Boeddu.
La sera di Ferragosto, in Piazza del Popolo, è come sempre divisa in due parti. La prima, alle 21,30 (con ingresso a pagamento), porta sul palco “Liberetto II”, il progetto del contrabbassista e violoncellista svedese Lars Danielsson, in scena con il suo nuovo quartetto formato dal batterista Magnus Öström (ex Esbjorn Svensson Trio), dal chitarrista inglese John Parricelli e dal pianista Gregory Privat. Riconosciuto e ammirato in tutta la scena jazz internazionale per il suo suono unico, lirico e potente allo stesso tempo, Danielsson è un musicista eclettico, che spazia dalla classica al jazz con estrema naturalezza: “Liberetto II” è il progetto con cui prosegue il percorso intrapreso dall’acclamatissimo album del 2012, “Liberetto”, per esplorare nuove dimensioni musicali ai confini tra musica da camera, jazz, e musica popolare europea.
Altre atmosfere caratterizzeranno la seconda parte della serata in piazza del Popolo quando, sgomberata la platea da tutte le sedie e aperti i cancelli con ingresso gratuito, entrerà in scena la trascinante energia di The Rad Trads, coinvolgente brass band newyorkese, con le sue sonorità che fondono il jazz di New Orleans col Rythm & Blues e il Rock & Roll. Quattro potenti fiati, una sezione ritmica trainante e tre accattivanti vocalist, cattureranno il pubblico per portarlo nel cuore della festa finale. La band si esibisce regolarmente a NYC, in alcuni dei più celebri locali, e in festival a livello internazionale. I membri dei Rad Trads si esibiscono inoltre con altri gruppi di tutto riguardo e si sono esibiti o hanno registrato con artisti del calibro di Deer Tick, Jonathan Batiste & Stay Human, Antibalas, St. Paul & The Broken Bones, Ikebe Shakedown, Lenny Pickett e Joe Lovano, tra gli altri.
Dopo la festa finale, la notte di ferragosto continua al jazz club del Centro Laber con la terza proposta selezionata attraverso il concorso Time Out: Tempi di Cris, formazione che parte da funk e black music degli anni Settanta per approdare all’hip hop e all’elettronica.

Domenica 16

Giornata quasi di riposo, domenica 16, tutta concentrata nel tardo pomeriggio al Museo del Vino di Berchidda. Alle 19, l’immancabile presentazione della bottiglie di vino da collezione che ogni anno ha come etichetta l’immagine del festival, quest’anno in collaborazione con il progetto le “Cantine del Jazz”.
All’insegna della scena musicale sarda il consueto concerto-aperitivo, alle 19,30, con cui Time in Jazz getta uno sguardo sulle più recenti produzioni discografiche isolane. Protagonista quest’anno River of Gennargentu, al secolo Lorenzo Tuccio, giovane bluesman di Gavoi che nei mesi scorsi ha esordito su disco con l’Ep “Taloro” prodotto dall’etichetta indipendente Talk About Records: voce, chitarra e una cigar box guitar autocostruita per un percorso solitario che mescola elementi country blues in un nuovo, personale stile.
P.A.V. Progetto Arti Visive

Come sempre, il festival di Berchidda non è solo musica. Fanno parte integrante del cartellone le attività del P.A.V., Il Progetto Arti Visive, dedicato all’arte contemporanea a cura di Giannella Demuro e Antonello Fresu, che giunge al suo diciottesimo anno di attività: mostre, eventi espositivi e performance seguiranno il tema di questa edizione del festival, “Ali”, offrendo una visione contemporanea, multiforme e trasversale del concetto del volo e della sfida. Allestite tra gli spazi del Centro Laber e altri luoghi prestati all’arte, le mostre saranno visitabili tra l’11 e il 31 agosto (dalle 12 all’una con orario continuato tra l’11 e il 16 agosto, e su appuntamento dal 17 al 31 agosto).
Nel programma domina la grande mostra PPP Pier Paolo Pasolini – sulle ali della poesia, patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per commemorare, a quarant’anni dalla tragica scomparsa, la figura del grande scrittore, poeta, autore e regista, tra i maggiori artisti italiani del secolo scorso.
Articolata in quattro sezioni, l’esposizione ha il suo fulcro in Pier Paolo Pasolini – fotografie di Dino Pedriali: oltre sessanta intensi ritratti in bianco e nero, scattati dall’allora giovanissimo fotografo romano, che rappresentano l’ultimo intenso e struggente ritratto, intimo e doloroso, del grande maestro, che sarebbe stato assassinato di lì a pochi giorni. Le immagini, che secondo Pasolini avrebbero dovuto accompagnare il progetto del libro Petrolio (l’ultimo romanzo, incompiuto, pubblicato postumo nel 1992), sono state recentemente presentate al pubblico in una grande esposizione alla Triennale di Milano.
Secondo gradino del percorso è la mostra “Affabulazione – artisti contemporanei per Pasolini”, in cui Francesco Arena, Matteo Basilé, Peter Belyi, Alfredo Jaar si confrontano sia con la figura di Pasolini che con le tematiche alla base del suo pensiero. La figura e l’opera di Pasolini hanno suscitato, da sempre, l’interesse di numerosi artisti contemporanei, affascinati sia dall’intensa radicalità e passionalità delle idee di Pasolini, sia dalla condivisione, da parte di tanti artisti, dell’irrinunciabile funzione trasformativa, politica, sociale e culturale, che Pasolini assegnava all’artista contemporaneo.
Frammenti corsari parole e immagini dalla vita di un poeta è invece il titolo della grande mostra documentaria che si articola sui quattro piani del Laber, orientandosi tra direttrici diverse della storia di Pasolini: la vita personale e la figura del poeta, la scrittura, il cinema. Materiali fotografici, quotidiani e riviste d’epoca, libri originali e un ricco apparato audiovisivo, tra interviste e frammenti di film, di trailers, di filmati d’epoca, locandine originali, evocheranno e racconteranno i tre aspetti cardine della vita del regista.
Accanto alle grande mostra su Pierpaolo Pasolini, il PAV presenta anche una rassegna di opere video sul tema del volo e delle ali: Bird – Men. Il volo delle immagini, a cura del critico Marco Senaldi. Dal cinema alla videoarte, un excursus che parte dalle cronofotografie del primo pioniere della cinematografia Étienne-Jules Marey, alle aeropitture degli anni ’30 di Oriani, Cordero e Martina e, attraverso le sperimentazioni di artisti quali Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, arriva ai videoartisti e i film-maker dei della nostra contemporaneità più recente.
Oltre ai progetti espositivi riuniti al Centro Laber, il PAV anche quest’anno presenta Lavori in corso, una serie di interventi urbani, performance e progetti “site specific”, tra le strade di Berchidda. E, come di consueto, alcuni artisti saranno presenti anche sul palco di piazza del Popolo con Arte tra le note, scenografie d’artista realizzate appositamente per i concerti serali del Festival.
Rassegna di cinema

Ali è il “tema” e filo conduttore anche di “Volere volare”, la rassegna di film e documentari a cura di Gianfranco Cabiddu, che per l’occasione esplora il rapporto dell’uomo con il volo fotografando esperienze di vita che, oltre l’impresa, sono capaci di mettere in relazione mondi spirituali interiori, a diverse latitudini, con la meraviglia, i colori, e le storie.
Un percorso che porterà dagli uccelli migratori che sorvolano il mondo, guidati dal loro miracoloso istinto nel pluripremiato “Il popolo migratore” di Jaques Perrin, alla poetica storia di Angelo D’Arrigo e dei suoi condor raccontata in “Nati per volare” di Marco Visalberghi; dal volo in deltaplano di “E Johnny mi insegnò a volare” firmato da Massimiliano Sbrolla, che racconta l’impresa sportiva di Achille Cesarano con il suo lungo viaggio in deltaplano a motore da Ancona a Dakar, all’arte scenica della La fura dels Baus con il making of del celebre spettacolo Orfeo ed Euridice con le magie sceniche che fanno volare i cantanti tra i nidi delle cicogne.
Le proiezioni sono in programma al Cinema Comunale di Berchidda da mercoledì 12 a sabato 15 con inizio alle 17 e ingresso libero.
Altri eventi

A partire dall’11, al Time in Jazz music bar dell’Aeroporto Costa Smeralda di Olbia, poco prima di imbarcarsi per i rispettivi voli di ritorno, Enrico Merlin e la sua chitarra apriranno la programmazione musicale che vedrà la partecipazione di Giovanni Guidi, Natalio Mangalavite,e Dino Rubino, che troveranno un pianoforte su cui improvvisare un saluto in musica: si intitola “Note al volo” l’iniziativa realizzata grazie alla pluriennale collaborazione di Time in Jazz con la Geasar, società di gestione dell’aeroporto olbiese.
Prosegue il percorso didattico proposto da Time in Jazz nell’ambito del progetto “Mediterranea“, dedicato alla formazione di studenti e giovani musicisti: al Centro Laber, nel pomeriggio del 10 agosto (dalle 15 alle 19) si terranno le masterclass dei chitarristi Paolo Angeli (dalle 15 alle 17) e Enrico Merlin (dalle 17 alle 19). Il percorso didattico di “Mediterranea“, che si avvale del sostegno di Unipol, per il 2015 è parte del progetto “I luoghi del jazz”, realizzato con il contributo del MiBACT, che ha come obbiettivo la valorizzazione dei luoghi e delle residenze artistiche delle organizzazioni partner coordinate da Time in Jazz (l’associazione culturale Spaziomusica di Ancona, l’associazione Polyphonia di Lucca, l’associazione culturale musicale Locomotive di Sogliano Cavour, in provincia di Lecce, l’Onyx Jazz Club di Matera, l’Associazione culturale Rest-Art di Novara e l’Associazione culturale musica Moderna di Thiene, in provincia di Vicenza) – e la costituzione di reti tematiche strutturate attorno a “poli di aggregazione” artistica e hub creativi.
WineBook

Tornano le presentazioni di “Wine Book”, spazio dedicato alle novità editoriali con aperitivo nei bar di Berchidda. La sera del 12 agosto si inaugura la serie di appuntamenti al Bar Al Muretto (ore 19) con l’autobiografia di Francesco Mugheddu, “L’ostinazione al servizio della democrazia”, edita da Erickson Live: osservatore per la Missione Elettorale OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) in Bosnia/Erzegovina, Albania, Nigeria, Ecuador e Bolivia, l’autore deve conciliare la sua attività con una diagnosi di sclerosi multipla e con le conseguenze della malattia.
Il giorno seguente, 13 agosto, ci si sposta al Friend’s Bar (sempre alle 19) dove il giornalista Antonello Deidda interverrà in veste di autore del suo “Eravamo giovani nel 1967 (La storia mai raccontata del Cagliari in America)”, edito di recente dalla CUEC.
La sera di Ferragosto, al Big Bar, è invece il turno di “Billy! La vita e la musica di Roberto Billy Sechi batterista jazz”, edito da Aipsa, a cura di Claudio Loi: a dieci anni dalla scomparsa di Roberto Billy Sechi un libro-cd (in tiratura limitata) racconta la vicenda umana e artistica di uno dei migliori protagonisti della scena jazz sarda, profondamente legato a Berchidda dall’amicizia con Paolo Fresu. Il 17 agosto si replica la presentazione a Cheremule, paese natale di Billy Sechi, a precedere il concerto del Lars Danielsson New Quartet nell’area archeologica di Museddu (ore 19), in programma per Time in Sassari.
Green Jazz

La sostenibilità ambientale e la riduzione dell’impatto del festival sul territorio sono diventati di centrale importanza per Time in Jazz, che da sette edizioni prosegue e consolida il suo impegno a favore dell’ambiente attraverso Green Jazz, un progetto di sensibilizzazione che dà voce ai temi del risparmio energetico, dell’uso delle energie alternative, della differenziazione dei rifiuti, dell’abbattimento delle emissioni di CO2.
Lo sviluppo di una coscienza ambientale nell’ambito di Time in Jazz nasce da originali progetti come i concerti nei boschi del Limbara e nelle chiesette campestri, che hanno stimolato una maggiore consapevolezza sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, portando, anche grazie al supporto di partner e sponsor locali, alla realizzazione di iniziative volte a tutelare un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore.
Un impegno, quello verso l’ambiente, che vale a Time in Jazz il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, “in considerazione dell’alto valore dell’iniziativa”.
Green Jazz è presente anche in questa edizione del festival con stand e azioni di sensibilizzazione ambientale per la promozione di buone pratiche per il contenimento dell’impatto ambientale.
In tema di energia e mobilità proseguono i progetti per la riduzione delle emissioni di CO2, come Light for music, che grazie a un impianto fotovoltaico mobile produce energia per alimentare i concerti nelle chiese campestri e negli altri “teatri” all’aperto della manifestazione.
Novità di quest’anno per Light for music è la collaborazione con il team di My Solar Family, un’App mobile gratuita per il monitoraggio e la gestione degli impianti fotovoltaici privati che darà vita ad un diario giornaliero del festival condiviso sui social network con immagini del pubblico sulle iniziative di sostenibilità
Per incentivare il pubblico a ridurre l’uso delle auto durante i giorni del festival, e dunque le emissioni inquinanti, ritornano i progetti Easy Trip (per la mobilità sostenibile) e Motori a strappo, che promuovono la condivisione dell’auto e del viaggio per raggiungere il festival e le diverse sedi dei concerti. In tal senso è stata avviata una collaborazione con il portale di car-pooling CLACSOON (www.clacsoon.com) che mette a disposizione del festival un comodo widget per cercare e offrire passaggi per raggiungere tutti i concerti della manifestazione. Altra partnership è quella con l’azienda Sun Service (www.sunservicesrl.it), attiva nel settore degli impianti solari, che ha messo a disposizione un’auto elettrica usata per gli spostamenti logistici di staff e artisti.
Riprende poi la collaborazione con la start-up Guide Me Right, che offre interessanti opportunità per scoprire il territorio del nord Sardegna in modo originale e sostenibile attraverso una pedalata naturalistica lungo la costa di Posada in occasione del concerto di Paolo Angeli di domenica 9 (ore 16), e, mercoledì 12, una passeggiata tra Aggius e Bortigiadas (ore 17.30) per il solo di Giovanni Guidi.
Buone pratiche per il risparmio energetico e idrico sono suggerite anche dai promemoria di Green Bed, negli alberghi e altri luoghi di accoglienza, e di Acqua dalla rete, che mette a disposizione del pubblico fontanelle alimentate dalla rete idrica del Comune di Berchidda da cui attingere gratuitamente acqua potabile.
Sulla stessa linea, anche le Isole ecologiche di Green Jazz, spazi dedicati alla raccolta differenziata, allestiti nei luoghi del Festival con contenitori realizzati con materiali di recupero, e il progetto Tutti bio per terra, che prevede l’utilizzo di materiali biodegradabili per il tradizionale pranzo campestre del 15 agosto, quest’anno organizzato in collaborazione con Granarolo e Formaggi Podda.
Fanno parte delle azioni Green Jazz anche la promozione e valorizzazione dei prodotti della tradizione enogastronomica locale a “chilometro zero” preparati in collaborazione con lo chef Elia Saba, presidente dell’Unione Cuochi Sardegna e sostenute quest’anno grazie alla collaborazione storica dell’Ente Foreste della Sardegna e del pastificio Tanda&Spada di Thiesi della Rete di imprese Sardo Sole, nonché alla nuova collaborazione con CONAD e Granarolo/Formaggi Podda.
Le eccellenze del territorio sono al centro anche di “Sentieri di…”, quest’anno dedicato al rinomato miele di Sardegna che coinvolgerà le diverse filiere agroalimentari caratterizzanti l’intero territorio sardo con particolare focus sui vermentini berchiddesi e sulle altre produzioni enologiche del Nord Sardegna. Sono previste, infatti, una serie di degustazioni a tema che interesseranno il festival e le successive date di Time in Sassari con i prodotti locali tra cui i vermentini delle Cantine del Jazz (Aini, Atlantis, Consorzio San Michele, Sas Seddas), l’olio EVO biologico dell’azienda olivicola Giuseppe Brozzu e dell’Oleificio Cooperativo di Berchidda, i mitili di A.M.O. Arsellatori e Mitilicoltori Olbiesi e i prodotti panari dell’azienda Tanda&Spada e della filiera Sardo Sole.
Continua anche la partnership con l’Emporio naturale Mariposa che sarà presente all’interno dello stand Green Jazz con soluzioni ecologiche per la vita quotidiana, mentre verrà quest’anno attivata la partnership con FarmAsinara – Officine Cosmetiche dell’Asinara, laboratorio sperimentale nato dalla collaborazione tra il Parco nazionale dell’Asinara e l’Università di Sassari.
Sul fronte della sensibilizzazione ambientale si muove la tradizionale conferenza della mattina del 15 agosto che si svolgerà nella Chiesa di San Michele alle ore 11, a precedere il concerto di Stefano Bollani: il GreenTalk di questa edizione è affidata a Vincenzo Migaleddu, presidente di ISDE Medici per l’Ambiente Sardegna (www.isde.it) e avrà come titolo:”Cosa ci vuole per volare?” e si collegherà al tema “Ali”, parlando di aria, atmosfera e del volo fisico ed intellettuale. A seguire, il pranzo campestre, realizzato in collaborazione con Granarolo, che si terrà alla chiesetta di Santa Caterina vedrà l’uso di stoviglie biodegradabili per il servizio catering, supportato da un’attenta raccolta differenziata dei materiali.

Time in Jazz aderisce infine al progetto HEROES 20.20.20. sviluppato dalla Fondazione Sardegna Film Commission insieme al Servizio Energia dell’Assessorato all’Industria della Regione Sardegna e Sardegna Ricerche, che mira al rafforzamento di una filiera integrata delle industrie creative in Europa, orientate alla sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Time in Jazz aderisce come caso di eccellenza nell’isola in quanto industria creativa che sta attuando buone pratiche per la sostenibilità ambientale dell’evento. Frutto della collaborazione è Sardegna, the Sustainable Island, rassegna di Corti e Serie Web realizzati a cura della Fondazione Sardegna Film Commission, in programma le mattine dall’11 al 15 agosto (ore 11) al Cinema Comunale di Berchidda.
Per tutte le attività Green Jazz, info e prenotazioni: greenjazz@timeinjazz.it.
Green Jazz è realizzato in collaborazione con Granarolo/Formaggi Podda, ISDE Medici per l’Ambiente, Museo del Vino di Berchidda, CLACSOON e Greenshare srl, SunService, My Solar Family, Mobile Green Power, Pastificio Tanda e Spada e Filiera Sardo Sole, Unione Cuochi Sardegna, Emporio Mariposa,Azienda OlivicolaGiuseppe Brozzu, FarmAsinara, E-cube Energy Environment Engineering, èAmbiente, Oleificio Cooperativo di Berchidda, Comitato Santa Caterina, A.M.O. Arsellatori e Mitilicoltori Olbiesi, Romano Bio Solution.

Granarolo, Geasar, Meridiana, Banca di Sassari, Banco di Sardegna, Associazione i-Jazz, Puglia Sound, MidJ, Ente Musicale di Nuoro, la rivista Doppiozero, Johan & Levi Editore, le Associazioni Ascunas e Boghes de Cheremule, Festival Creuza de Mà, Le cantine del jazz (Atlantis, Consorzio San Michele, Tenute Aini, Sas Seddas), Museo del Vino, Secauto, Pincar, Fab e Mereu Auto, Jazz Hotel, Nuovo Limbara, Sos Chelvos, laeffe.
L’edizione numero ventotto di Time in Jazz può inoltre fregiarsi del patrocinio dell’UNESCO concesso dalla Commissione Nazionale Italiana (CNI) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, “in considerazione dell’alto valore dell’iniziativa”, ed è stata insignita del riconoscimento EFFE Label 2015-2016.
Da segnalare anche la media partnership con laeffe, la TV di Feltrinelli, che in occasione dei sessant’anni della casa editrice milanese seguirà Time in Jazz attraverso live streaming e la realizzazione di uno speciale nell’ambito del format “Effe come Festival”, un progetto di comunicazione e divulgazione multipiattaforma – TV e Internet – che mira a dare voce alla produzione culturale e alla creatività di dieci festival italiani selezionati, compreso appunto quello di Berchidda.

Foto di copertina: Roberto Cifarelli