Veronica Swift «This Bitter Earth»

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AUTORE

Veronica Swift

TITOLO DEL DISCO

«This Bitter Earth»

ETICHETTA

Mack Avenue


A volte, strane coincidenze animano il mercato discografico. Proprio nei giorni in cui viene pubblicato «Fearless (Taylor’s Version)», l’ultimo album della star del pop-country Taylor Swift, un’altra artista col suo stesso cognome, ma decisamente Swing-oriented, pubblica il nuovo lavoro. Della giovane Veronica Swift (per saperne di più leggete l’intervista di Enzo Capua) Musica Jazz si era occupata per la prima volta un paio d’anni fa. E oggi con l’uscita di «This Bitter Earth», secondo disco della vocalist per la Mack Avenue (ma quinto in assoluto, dopo «Veronica’s House of Jazz» (2004), «It’s Great to Be Alive!» (2007), «Lonely Woman» (2015) e «Confessions» (2019) possiamo dichiarare senza mezzi termini che è nata una stella. Si dice spesso che per eseguire le ballads con la giusta adesione emotiva sia necessario avere una certa età (e quindi una certa esperienza di vita). Ebbene, ascoltando la versione di The Man I Love che ci regala questa ventisettenne di Charlottesville si è costretti a ricredersi: all’inizio la voce è appena un sussurro; poi tende a incresparsi acquistando a poco a poco vigore; quindi si dispiega in tutta la sua potenza espressiva. Il brano dei Gershwin è sostenuto solo dall’accompagnamento minimale del pianoforte (l’eccellente Emmet Cohen) e della ritmica. Ma il risultato è da brivido. Lo stesso vale per il brano che dà il titolo al disco, un vecchio e struggente successo di Dinah Washington che Veronica ripropone con un’intensità e una maturità sconvolgenti. Molti pezzi del cd, che è quasi un concept album incentrato su temi quanto mai attuali (razzismo, sessismo, abusi, pericoli legati alle fake news), parlano di sentimenti e pure di amori tossici: per esempio, He Hit Me (And I Felt Like A Kiss) – drammatica pagina del 1962 di Carole King e Gerry Goffin eseguita dalle Crystals, band femminile all-Black lanciata da Phil Spector – che il timbro chiaroscuro della Swift ci restituisce nella sua ambigua e dolorosa complessità. Non tutto il disco è all’insegna della malinconia, anzi. Nella dinamica You’re A Dangerous Type di Bob Dorough la cantante sfoggia uno scat che ben poche colleghe di oggi si possono permettere; mentre nell’ironica Everybody Has The Right To Be Wrong tira fuori uno swing rilassato e indolente che conquista. Facendo pensare a June Christy, Peggy Lee, Anita O’Day ma anche a Julie London, le grandi cantanti bianche cui Veronica s’ispira.
Franchi

Pubblicata sul numero di maggio 2021 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

mackavenue.com

FORMAZIONE

Veronica Swift (voc.), Aaron Johnson (sax), Lavinia Pavlishv, Meitar Forkosh (viol.), Andrew Griffin (viola), Susan D. Mandel (cello), Armand Hirsch (chit.), Emmet Cohen (p.), Yasushi Nakamura (cb.), Bryan Carter (batt.), Steven Feifke, Ryan Paternite, Will Wakefield, Stone Robinson Elementary School Choir (voc.).

DATA REGISTRAZIONE

New York, 2020.