STÉPHANE GRAPPELLI «Passage Gioffredo»

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AUTORE Stéphane Grappelli

TITOLO DEL DISCO

«Passage Gioffredo» ETICHETTA Label Ouest
Abituato fin da bambino a vivere in mezzo a mille culture, il franco-laziale Stefano Grappelli – originario di Alatri, dal lato paterno – non si è mai fatto problemi a suonare e incidere con chiunque, da Django Reinhardt a Yehudi Menuhin, da McCoy Tyner ai Pink Floyd, restando inscalfibilmente sempre uguale a sé stesso. Le occasioni in cui si mostrava diverso, invece, erano quelle in cui affrontava gli altri strumenti di cui era pratico, dal sassofono (imparato da autodidatta) al pianoforte, che sosteneva di amare ben più del violino e che peraltro, a fine anni Venti, aveva suonato da vero e proprio professionista con l’orchestra Grégor et ses Grégoriens guidata dal cantante armeno Krikor Kelekian. E che alla tastiera non fosse esattamente il primo venuto lo si capisce benissimo dall’ascolto di questa registrazione finora inedita (oltre che dal già noto «Piano à gogo» inciso in trio nel 1954 per il Club Français du Disque) e realizzata mentre si trovava in Provenza ospite della figlia, che risiedeva a Cannes. Come pianista, Grappelli venerava Art Tatum fino a rasentare l’idolatria, ed è proprio bordeggiando il repertorio del maestro dell’Ohio che scorrono i dieci brani di questo disco davvero eccellente, la cui apertura è con Tea For Two e la chiusura con All God’s Chillun Got Rhythm, tanto per non lasciar dubbi sull’aria che tira. Aria molto francese, comunque, ed è proprio l’apparente incongruità culturale a rendere affascinante l’intera operazione. Conti pubblicata sul numero di novembre 2022 di Musica Jazz

DISTRIBUTORE

label-ouest.com FORMAZIONE
Stéphane Grappelli (p.). DATA REGISTRAZIONE
Nizza, 22-5-81.
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