Paolo Fresu «P60LO FR3SU Heartland /The Sun on the Sea / Heroes»

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AUTORE

Paolo Fresu

TITOLO DEL DISCO

«Paolo Fresu «P60LO FR3SU Heartland /The Sun on the Sea / Heroes»

ETICHETTA

Tŭk Music


Festeggia il sessantesimo compleanno, Paolo Fresu. A modo suo, on stage, sia pure su quel palco virtuale che è la sala di registrazione. E lo fa – per chi è attento alla cabala – nel segno del tre, numero perfetto. Tre gli album del cofanetto e altrettante le formazioni; e poi i sessant’anni del trombettista sono un multiplo di tre e lo stesso vale per i trentanove di carriera. Il materiale del box (auto)celebrativo – Fresu è sia musicista sia produttore – si muove tra passato e presente, come si conviene all’occasione. Numerologia e geometria a organico variabile, sempre col tre minimo comune denominatore. Il primo cd è la ristampa di «Heartland», disco del 2001 da tempo fuori catalogo, tra i lavori più stimolanti, creativi e poetici dell’artista. Non a caso, insieme a lui ci sono il valente vocalist belga David Linx e il pianista olandese Diederik Wissels, all’epoca un duo supercollaudato. A impreziosire il progetto la strepitosa ritmica nordica con Danielsson e Christensen (che ci ha lasciati poco più di un anno fa) e un quartetto d’archi dall’imprinting classico. Viaggia invece tra Mediterraneo e Brasile il secondo cd. Al duo Fresu-Di Bonaventura, in pista dal 2011, qui si aggiunge il terzo uomo: lo straordinario violoncellista carioca Jaques Morelenbaum, compagno d’avventure di maestri brasiliani (Jobim, Veloso, Gil e altri) e non solo (Sakamoto, Sting, David Byrne). Repertorio ben distribuito con temi originali, repechage di De Andrè (Preghiera in gennaio), capolavori della bossa nova (Samba em preludio di Vinicius de Moraes) e classici latino-americani (Te recuerdo Amanda di Victor Jara). Etno-jazz felpato e da camera con retrogusto nostalgico. Nonostante la distanza – Paolo e Daniele erano in Italia, Jaques a Rio – i tre si integrano a meraviglia. Unendosi alle celebrazioni per i cinque anni dalla scomparsa di David Bowie (nei negozi approda il vinile colorato di «Station to Station», che la Warner pubblica per il quarantacinquesimo anniversario dell’uscita dell’album), Fresu dedica al Duca Bianco il terzo cd del box. Nato come estensione discografica del concerto commissionato dal comune di Monsummano Terme (cittadina toscana teatro della prima apparizione italiana di Bowie nel 1969), il progetto è ambizioso, ma non è la «tazza di tè» del trombettista. Ne vien fuori un omaggio più intellettuale che emotivamente sentito. Non mancano i momenti pregevoli (l’attacco di Rebel Rebel, l’assolo di Petrella in Space Oddity, qualche passaggio in This Is Not America). Ma il risultato nel complesso non convince. La musica bowiana è come la vita che ci circonda, «bestia da un miliardo di piedi», avrebbe chiosato lo scrittore- dandy Tom Wolfe. Difficilissima da categorizzare e da afferrare. E la voce della pur brava Petra Magoni non è l’ideale per questa «missione impossibile».
Franchi

Pubblicata sul numero di marzo 2021 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

Ducale

FORMAZIONE

Paolo Fresu (tr., fl.), con: Gianluca Petrella (trne., synth), Igor Simenoff, Cécile Broché (viol.), Dominica Eyckmans (viola), Jaques Morelenbaum, Jean-Paul Dessy (cello), Francesco Diodati (chit.), Daniele Di Bonaventura (bandoneón), Diederik Wissels (p.), Francesco Ponticelli (cb., b.el.), Palle Danielsson (cb.), Jon Christensen, Christian Meyer (batt., perc.), David Linx, Petra Magoni, Frida Bollani Magoni (voc.)

DATA REGISTRAZIONE

Bruxelles, Cavalicco, Arezzo, 2001-2020.