PAOLO CONTE «Paolo Conte alla Scala – Il Maestro è nell’anima»

15110

AUTORE

Paolo Conte

TITOLO DEL DISCO

«Paolo Conte alla Scala – Il Maestro è nell’anima»

ETICHETTA

Sugar


La prima volta di uno chansonnier al Teatro alla Scala è toccata a Paolo Conte. Probabilmente non poteva esserci scelta migliore. A dicembre è uscito il disco (in cd e doppio lp) che riprende la storica esibizione, oltre a un film documentario girato da Giorgio Testi che è stato proiettato per alcuni giorni nelle sale cinematografiche. C’è da pensare con invidia ai fortunati presenti alla Scala quella sera, perché si è trattato di una prestazione straordinaria e superiore a ogni altro live dell’artista. Conte ha spesso dato grandi prove in concerto, ma di quelle documentate su disco questa appare di gran lunga la più omogenea per emotività e perfezione negli arrangiamenti. Per prima cosa il repertorio: Conte ha evitato le canzoni composte o portate al successo da altri come le immortali Azzurro o Genova per noi per dedicarsi solo al repertorio scritto per se stesso. Si tratta del meglio che l’artista ritiene di aver scritto in cinquant’anni di carriera e la scelta dev’essere stata difficile, perché alcuni capolavori di grande notorietà non sono entrati nella scaletta. Oltre a questo, i brani ap[1]paiono nella loro successione intimamente legati tra loro come in un unico singolo canto. È impossibile inquadrare questa musica in un genere: anche se dalla penna di Conte sono uscite alcune delle più celebri canzoni italiane, sarebbe troppo riduttivo confinarlo in tale ambito. La musica dell’avvocato di Asti non assomiglia a nient’altro, è la sua e basta; proprio come la musica di Monk è solo di Monk. Conte ha assorbito e rigenerato gli stilemi di Duke Ellington come il raffinato gusto dei colori di Gil Evans, gli imprevedibili cambi di tempo di Mingus e la viscerale poliritmia di Elvin Jones. Ma dove mettere la musica da ballo con la fisarmonica? Il gusto narrativo dei grandi chansonniers francesi? La capacità di parlare di grandezza e povertà, di fascino e trasandatezza? I testi di questi brani sono piccoli capolavori che paiono invocare le più umorali, languide, impietose pagine del Georges Simenon degli anni Trenta. Ed è così che quest’arte si legge e sa ammaliare a tutti i livelli culturali e sociali. La strumentazione orchestrale è estremamente varia con molti polistrumentisti coinvolti, per cui accanto ai preziosi e vari sassofoni larghissimo spazio hanno fisarmoniche e bandoneón, violoncello e violino, tastiere e poi oboe, fagotto, percussioni e tre coriste, in una stupefacente ricchezza della tavolozza armonica. Gli arrangiamenti sono perfetti nel creare colori e accompagnare i solisti, variando nello stesso brano ritmi e situazioni. Un’esemplificazione di quello swing sempre evocato da Duke Ellington, e con una raffinatezza di impasti davvero degna di nota. A uno a uno si snocciolano gioielli di sintesi poetica e musicale, dove non v’è una parola o una nota di troppo, come negli Impermeabili, in Dancing, Via con me, Max. Conte non prende tutto per sé ma fa partecipare al trionfo i suoi solisti lasciando loro spazio in molti brani, in particolare nel travolgente Diavolo Rosso, dove gli assolo sono sospinti dall’implacabile batteria di Daniele di Gregorio, che trasforma il brano in un’interminabile e gloriosa cavalcata. Così si srotola il concerto, alternando atmosfere di[1]verse ma sempre nel segno dell’universo poetico e musicale del suo creatore, una visione a tal punto ampia ed espressiva da suscitare in ogni spettatore o ascoltatore la sensazione che gli artisti si stiano rivolgendo direttamente a lui. Questa musica sa essere raffinata e popolare allo stesso tempo, ha una forza evocativa che colpisce nel profondo e sa richiamare da dentro di noi emozioni e ricordi smarriti, rendendoci compartecipi della creazione. Tale è la magia di Paolo Conte.
Spezia

recensione pubblicata sul numero di aprile 2024 della rivista Musica Jazz

DISTRIBUTORE

Universal

FORMAZIONE

Paolo Conte (p., voc.), Lucio Caliendo (oboe, tast., perc.), Luca Velotti (cl., alto), Claudio Chiara (fl. alto, tast.), Massimo Pitzianti (bandoneón, cl., bar., p., tast.), Daniele Dall’Omo, Luca Enipeo, Nunzio Barbieri (chit.), Jino Touche (cb., b. el.), Daniele Di Gregorio (marimba, batt., perc., p.), Piergiorgio Rosso (viol.), Francesca Gosio (cello), Angie Brown, Desirée De Silva, Ginger Brew (voc.).

DATA REGISTRAZIONE

Milano, 19-2-23