Ornella Vanoni «Unica»

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AUTORE

Ornella Vanoni

TITOLO DEL DISCO

«Unica»

ETICHETTA

Ricordi


«Mi stupisco io per prima di aver fatto un disco di inediti alla mia età. Abbiamo iniziato a lavorarci che avevo 84 anni e quando ne ho avuti 86 ho detto «sarà il caso che ci diamo una mossa». C’è qualcun’altro che ha fatto un disco di inediti a 86 anni?». Questo ha dichiarato Ornella Vanoni presentando alla stampa il suo ultimo album, il cinquantunesimo a sessant’anni esatti dal primo, con dietro le quinte Mauro Pagani (anche autore dello strumentale d’avvio, A passo lieve, quasi una dichiarazione d’intenti), magister elegantiarum, come si è definito lui. In effetti l’eleganza è il tratto che più colpisce in questo bellissimo lavoro, pieno di brani in cui la voce di Ornella, a volte lievemente incerta, il che paradossalmente aggiunge charme al tutto, è fasciata solo da un piano, una chitarra acustica, qualche soffice tappeto d’archi. È quanto accade in Specialmente quando ridi di Fabio Ilacqua (e Ornella), penna principale nonché arrangiatore del disco, Arcobaleno, di Giuliano Sangiorgi, Carezza d’autunno, di e con Carmen Consoli, Nuda sull’erba e Ornella si nasce di Renato Zero, qui con l’aggiunta di preziosi impasti di fiati (ci sono anche, non solo qui, Giulio Visibelli e Gabriele Comeglio). «In realtà – chiosa in contromano l’artista – a volte temo addirittura che tutta questa eleganza possa diventare una barriera verso il pubblico, una limitazione, come un codice troppo per iniziati che possa allontanarlo». Sarà per questo che, in linea col giallo che è il colore voluto dalla Vanoni per il disco («la luce, la gioia»), con un’autentica curva a gomito nel quarto brano, Isole viaggianti, e poi più avanti, ci sono aperture verso un’esuberanza non di rado nel segno di quel Brasile che è un amore ben noto e mai sopito della cantante. Ideali punti di sintesi fra le due anime sono, una dopo l’altra, Inizio e soprattutto quella che è un po’ la vetta del disco, Un sorriso dentro al pianto, entrambe firmate da Pacifico, e la seconda (oltre che dalla stessa Vanoni) da Francesco Gabbani, la cui mano si coglie chiaramente nel refrain, di grande impatto. Lei, del resto, ci tiene a precisare: «Mi sento libera come non mai. Non c’è più nulla che possa stupirmi. Mi sono analizzata attraverso le depressioni» Regalandoci anche un pensierino della sera: «Mi piacerebbe rifare un concerto con Paoli, quando si potrà, perché siamo due sopravvissuti. E poi lo schioderei da quel maledetto divano da cui non si alza più…»
Bazzurro

Pubblicata sul numero di febbraio 2021 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

Sony

FORMAZIONE

Non annunciata

DATA REGISTRAZIONE

Milano e Catania, estate 2020