ODED TZUR «My Prophet»

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AUTORE

Oded Tzur

TITOLO DEL DISCO

«My Prophet»

ETICHETTA

ECM


Note fragili, delicate, capaci di trasportarci in una dimensione arcana. Suoni che non sembrano uscire da un sax tenore ma evocano piuttosto il timbro di un flauto. Pause e silenzi per una musica che respira e che ci connette con un universo etereo e misterioso, con la dimensione sfuggente della spiritualità. Comincia con i quarantasei secondi di Epilogue – un epilogo, appunto – per poi distendersi su cinque brani di lunga durata «My Prophet», ultimo lavoro di Oded Tzur e del suo quartetto. Cresce d’intensità e migliora disco dopo disco, il sassofonista di Tel Aviv. Dopo l’uno-due delle produzioni ENJA («Like a Great River », del 2015, e «Translator’s Note», datato 2018), il nuovo album segna il capitolo conclusivo – almeno per il momento – della trilogia ECM inaugurata quattro anni fa dal notevole «Here Be Dragons» e proseguita nel 2022 con l’altrettanto intenso «Isabela». Rispetto ai lavori precedenti, qui c’è una novità a livello di formazione: nel quartetto cambia il batterista e al posto dell’afro-americano Johnathan Blake siede un afro-brasiliano come Almeida, raffinato cesellatore di ritmi e il cui approccio è più da percussionista che da classico jazz drummer. Va detto subito che la new entry si adatta perfettamente al clima ammaliatore della musica di Tzur: e il suo stile lieve, sottile e danzante tocca il diapason in Renata, tra le composizioni più liriche del progetto. Un’altra menzione va al lavoro sopraffino di Hershkovits, tra i pianisti più interessanti in circolazione oggi («Call on the Old Wise» è il suo brillante debutto in solitaria alla corte di Manfred Eicher): ha un tocco magnifico e un gusto estroso, guizzante e imprevedibile che fa da contraltare a quello mistico del sassofonista. Non solo: è pure capace di fuggire lontano dalle melodie sinuose del leader per poi riprenderle e rientrare nel loro alveo con assoluta naturalezza. In tutto questo non va infine sottovalutato l’apporto del contrabbassista greco Klampanis, che si fa notare in Through a Land Unsown, una sorta di ipnotico blues mediorientale con echi di musica africana.
Ivo Franchi

DISTRIBUTORE

Ducale

FORMAZIONE

Oded Tzur (ten.), Nitai Hershkovits (p.), Petros Klampanis (cb.), Cyrano Almeida (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

Pernes-Les-Fontaines, novembre 2023.

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