AUTORE
Norah Jones
TITOLO DEL DISCO
«Visions»
ETICHETTA
Blue Note
Nel firmamento del music business brillano alcune luminose carriere in cui il successo non ha eclissato il talento, il gusto per la ricerca artistica, il rispetto per se stessi e per la propria musica, verrebbe da dire per il proprio mestiere. A questa categoria appartiene sicuramente l’ormai quarantacinquenne Norah Jones, figlia del genio della musica indiana Ravi Shankar e della cantante soul Sue Jones, che sembra voler rifiutare il ritmo forsennato ma spesso qualitativamente discutibile delle discografie attuali per continuare a proporsi con parsimonia, soltanto quando ha davvero qualcosa di importante da dire. Tanto che a poco più di vent’anni dal clamoroso esordio di «Come Away With Me» (2002), oggi con «Visions» raggiunge appena il nono album a suo nome. Scritto, suonato e prodotto insieme al polistrumentista Leon Michels, «Visions» è un lavoro che privilegia tonalità pastello in stile soul-pop, meno vicine alla musica nera rispetto a «Pick Me Up Off the Floor» (2020), la più significativa fra le prove recenti della cantautrice. L’aura brillante della musica non deve però trarre in inganno, inducendoci a catalogare aprioristicamente «Visions» nell’ambito di un facile mainstream. Un simile pregiudizio impedirebbe di godere in pieno di un disco di altissima qualità, che oltre tutto mostra diverse caratteristiche che poco si legano al corrente gusto pop. Basta notare l’ottimo equilibrio degli arrangiamenti, che prevedono un background strumentale in posizione perfetta: anche se la voce resta sempre in primissimo piano, è impossibile ignorare gli accattivanti riff al pianoforte, il solido sostegno della chitarra (come in Staring at the Wall) e l’ingresso, quando necessita, dei fiati. Un’altra caratteristica che rischia di passare in secondo piano è il rimescolamento tra i diversi elementi delle canzoni. Già nell’iniziale All This Time, la tradizionale scansione in strofe, ritornelli, bridges e assolo non è sempre rispettata nella maniera consueta, e qualche volta uno o più di questi elementi ne sono privi: I Just Wanna Dance è costruita addirittura solo su un paio di versi. Ma anche quando la sequenza rimane quella canonica, la voce di Jones provvede a creare una sorta di leggera instabilità permanente in cui ogni verso non suona mai perfettamente come quello che segue, grazie a una duttilità e a una capacità di modulazione eccezionali. Il suo timbro, così riconoscibile e al contempo così fragile e vulnerabile, con qualche tocco acido-psichedelico, dispensa sensualità a ogni nota e non fa prigionieri. È difficile resistere al fascino di piccoli gioielli pop come On My Way e Paradise, che comincia con uno spiazzante tono confidenziale, al crescendo gospel di Swept the Night Away, alla ricchezza di sviluppi di Running, al saltellare allegro e ricco di swing di That’s Life. Ma tutti i brani si godono alla grande, ed è un piacere che sarebbe un peccato negarsi.
Cozzi
DISTRIBUTORE
Universal
FORMAZIONE
Norah Jones (voc., p., tast., chit., b. el.), Leon Michels (sass., org., chit., b. el., batt., perc). Agg. Dave Guy (tr.), Jesse Murphy (b. el.), Brian Blade (batt.), Homer Steinweiss (perc.).
DATA REGISTRAZIONE
New York City e Rhinebeck, date non indicate.