MICHEL PETRUCCIANI «Solo in Denmark»

- Advertisement -
AUTORE Michel Petrucciani

TITOLO DEL DISCO

«Solo in Denmark» ETICHETTA Storyville
A volte risulta difficile separare la biografia di un artista dall’opera. Emblematico è il caso di Michel Petrucciani. Non è strano, dunque, che di fronte a un inedito del pianista di Orange si provino sentimenti opposti: da un lato, il piacere per un documento ritrovato; dall’al[1]tro, la nostalgia per quel piccolo grande uomo che si arrampicava sullo sgabello per avvicinarsi al suo strumento e che oggi non è più tra noi. Tuttavia alla fine è la felicità a prevalere sulla tristezza e in fondo ci piace pensare che a lui sarebbe piaciuto così. Affetto da una malattia genetica grave – la sindrome delle ossa di cristallo – e scomparso a soli 36 anni, Petrucciani rivive nei cinquantacinque, travolgenti minuti di questo «Solo in Denmark»: un live registrato nella chiesa danese di Silkeborg il 26 giugno del 1990, al Riverboat Jazz Festival. All’epoca il jazzista era sulla scena da una dozzina d’anni, aveva all’attivo una quindicina di album – in solitaria, in duo, in trio e con formazioni più ampie – ed era ancora sotto contratto con la Blue Note. E qui, musicista nel pieno della maturità artistica nonostante la giovane età, dà il meglio di sé attraverso sette brani, tra originali e standard. Fin dall’iniziale P’tit Louis, una sua composizione, si capisce che la serata è di quelle giuste: lirismo (con l’ombra cinese di Bill Evans sullo sfondo), arpeggi scintillanti con la mano sinistra, fantasia inesauribile nell’improvvisazione. La ripresa di In A Sentimental Mood di Duke Ellington – uno dei suoi idoli, anche come pianista – ci trasporta poi in un’atmosfera più romantica. Tra i pezzi forti del disco va citata She Did It Again, un prodigioso up-tempo in stile boogie dove il pianista sfoggia tutta la sua vitalità condita da raffiche di citazioni (Caravan, sempre del Duca; Jean-Pierre di Davis e il calypso di Sonny Rollins St. Thomas, tra le altre). Due omaggi a Monk, la ripresa di un altro suo cavallo di battaglia (Estate di Bruno Martino) e una medley finale che ben riassume lo spirito della serata sono gli altri episodi in una scaletta che non ha il minimo cedimento. Più che un disco, un inno alla gioia. E alla vita, che Petrucciani ha divorato fino all’ultimo istante. Franchi pubblicata sul numero di dicembre 2022 di Musica Jazz

DISTRIBUTORE

IRD FORMAZIONE
Michel Petrucciani (p.). DATA REGISTRAZIONE
Silkeborg, 23-6-1990.
- Advertisement -

Iscriviti alla nostra newsletter

Iscriviti subito alla nostra newsletter per ricevere le ultime notizie sul JAZZ internazionale

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali (ai sensi dell'art. 7 del GDPR 2016/679 e della normativa nazionale vigente).

Articoli correlati

Isaiah Collier & The Chosen Few per Pisa Jazz Rebirth

Alla testa del quartetto The Chosen Few, Isaiah Collier ha messo in mostra i forti legami con una gloriosa stagione del jazz afroamericano, che lo spingono ad esplorare a fondo le possibilità offerte dal sistema modale e le risorse del proprio strumento, sul quale sfoggia un'invidiabile padronanza.

«Incanti e disincanti». Intervista ad Armanda Desidery

Nuovo disco per la pianista e compositrice partenopea. Un disco impegnativo che ha coinvolto diciannove musicisti. Di seguito un estratto dell’intervista che sarà prossimamente pubblicata sulla rivista Musica Jazz.

La stagione concertistica degli International Summer Workshop di Siena Jazz

Cinquantacinquesima edizione dei seminari senesi. Tra gli appuntamenti anche una Conferenza sulla parità di genere in ambito jazzistico e un Simposio internazionale sull'improvvisazione all'interno del progetto JazzAble.