AUTORE
THE MESSTHETICS AND JAMES BRANDON LEWIS
TITOLO DEL DISCO
«The Messthetics and James Brandon Lewis»
ETICHETTA
Impulse!
Lewis è uno di quei musicisti capaci di ammantare di genuinità qualsiasi percorso decidano di intraprendere. Il sassofonista è da sempre coinvolto in una poliritmia priva di sovrastrutture, in questo supportato da abili e ca[1]paci comprimari in sintonia con il suo modo di esprimersi. E non è la prima volta che interagisce con il chitarrista Anthony Pirog: qualcuno di voi lo ricorderà in un pregevole lavoro del 2016 intitolato «No Filter». Stiamo quindi scrivendo di uno dei cantori più rappresentativi dell’estetica afro[1]americana e del suo corollario di sofferta e poliritmica blackness. È una musica, la sua, priva di fronzoli e orpelli con un elemento che mette insieme e unisce tutto il variegato mondo di colori che la caratterizza, una eterogeneità che prende costantemente spunto da quello che da molti potrebbe essere considerato un luogo comune: la sofferenza di un popolo che oggi è tornata purtroppo agli onori delle cronache. Ed è per questo che questo disco – spigoloso, tirato, efficace nella sua componente avant-garde – non con[1]vince del tutto. Troppo «bianco» per i nostri gusti, con quel beat punkeggiante (la sezione ritmica è quella dei Fugazi, celebre band post-hardcore di Washington) che annacqua il fraseggio «africano» di Lewis. Ma, va detto, il sassofonista è solo l’ospite di un progetto, quello dei Messthetics, formatosi nel 2016 proprio da un’idea di Lally e Canty, bassista e batterista dei succitati Fugazi. Un ibrido, a nostro avviso, al quale il Nostro ha dovuto adeguarsi. Troppo datato per i nostri gusti, ma piacerà senz’altro ai fan del rock alternativo.
Gaeta
recensione pubblicata sul numero di marzo 2024 della rivista Musica Jazz
DISTRIBUTORE
Universal
FORMAZIONE
James Brandon Lewis (ten.), Anthony Pirog (chit.), Joe Lally (b. el.), Brendan Canty (batt.).
DATA REGISTRAZIONE
Takoma Park, dicembre 2022.