JAVON JACKSON «With Peter Bradley»

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AUTORE

Javon Jackson

TITOLO DEL DISCO

«With Peter Bradley»

ETICHETTA

Solid Jackson


Se si organizzasse un referendum sui jazzisti più sottovalutati, Javon Jackson meriterebbe di figurare nella parte alta della classifica. A penalizzarlo è il suo essersi scelto come campo d’azione il bop nella sua evoluzione mainstream, quindi una musica con regole ben definite che lasciano pochi margini di esplorazione. Una direzione ben diversa da quella più sperimentale presa dal suo coetaneo Mark Turner, con il quale Jackson ha peraltro qualche punto in comune. Nonostante le (volute) limitazioni di cui sopra, il sassofonista – uno dei mille talenti lanciati da Art Blakey – riesce anche stavolta a ottenere alti risultati di espressività. A ridosso di un disco che lo ha visto accogliere nella propria musica la poetessa Nikki Giovanni («The Gospel According to Nikki Giovanni»), Jackson torna con un album occupato per la maggior parte dalla colonna sonora da lui scritta per un documentario su Peter Bradley, anziano esponente dell’action painting che fa piovere i colori sul supporto direttamente dai barattoli (e che da decenni ha come studio un container sen[1]za luce né riscaldamento…). Ma non è nuovo alle musiche da film, dato che nel 2009 gli venne commissionato l’accompagnamento al film muto The Lodger, girato da Hitchcock nel 1927. La lenta, brevissima, soffusa Peter Bradley apre con corposo lirismo un disco nel quale il sassofonista mette all’opera i suoi molteplici interessi, dagli impliciti omaggi a Blakey (In the Studio) e Coltrane (In the Clouds) alle ballad (l’imbronciata Edith Ramsey), dallo swing lieve e ammiccante (Easy Peasy) al groove di C.B. (forse una dedica a Clifford Brown) fino all’inequivocabile bebop di Mr. Parker. Il disco è completato da quattro brani realizzati in occasione di «The Gospel According to Nikki Giovanni», dunque con una formazione in parte diversa. Qui come là sono ammirevoli la pienezza di idee e la sensibilità di Jeremy Manasia, come pure la squisita stabilità di David Williams, vecchio amico del leader. I due gruppi hanno, invece, batteristi differenti: entrambi perfettamente in parte, con un apprezzamento particolare per Charles Goold, che riprende le lezioni di maestri come Blakey ed Elvin Jones senza copiarli. La colonna sonora si giova infine del trombettista Greg Glassman, intenso prosecutore di una linea che parte da Fats Navarro e passa per Clifford Brown (con tracce del Miles Davis anni Cinquanta). Sul tutto svetta Jackson, che come improvvisatore ha maturato un senso della costruzione oggi piuttosto raro; sicché ogni suo assolo ha la logica e l’essenzialità di un racconto. E se volete saperne di più sul documentario, al sito withpeterbradley.com potete trovare abbondanza di materiale.
Piacentino

pubblicata sul numero di ottobre 2023 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

javonjackson.com

FORMAZIONE

Javon Jackson (ten.) e formaz. complessiva: Greg Glassman (tr.), Jeremy Manasia (p.), David Williams (cb.), Charles Goold, McClenty Hunter (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

South Windsor, 25-7-21, 14 e 15-9-22.

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