Thomas Dutronc «Frenchy»

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AUTORE

Thomas Dutronc

TITOLO DEL DISCO

«Frenchy»

ETICHETTA

Blue Note


Thomas Dutronc non è solo il figlio di due icone della musica e dello show business francesi quali Françoise Hardy e Jacques Dutronc. E neppure l’attore fascinoso oltre che il dandy protagonista delle notti parigine, uno sciupafemmine spesso paparazzato in compagnia di bambole sexy e, a volte, più mature di lui. È anche e soprattutto un artista ironico e di talento, uno chansonnier sui generis e un chitarrista con un’attrazione fatale per il jazz manouche e per le sonorità vintage. Alle spalle una manciata di progetti sfiziosi e pieni di verve, col suo quinto lavoro l’ex enfant gâté della scena d’Oltralpe registra per la seconda volta su etichetta Blue Note. E firma il suo disco più ambizioso e importante (anche a livello di produzione), quello che – almeno nelle intenzioni – lo dovrebbe proiettare sul mercato internazionale. Un concept album il cui fil rouge sono le canzoni francesi diventate famose nel mondo, in particolare quello di lingua inglese. A dare man forte al giovanotto viene schierato un quartetto di stelle del jazz tra Parigi e dintorni, dove spiccano il pianista Eric Legnini e il virtuoso della sei corde Rocky Gresset, considerato uno più validi eredi del sommo Django Reinhardt (non a caso del genio della chitarra manouche vengono riprese Minor Swing e Nuages). In più c’è un parterre di ospiti di lusso. Basti pensare che il biglietto da visita del cd è un’accattivante versione triangolare di C’est si bon, in cui Thomas – voce simpaticamente décontracté, da «cantante per caso» che non ha intenzione di prendersi troppo sul serio – convoca al suo fianco il redivivo Iggy Pop e una Diane Krall più sensuale e calata nella parte che mai. In La vie en rose, poi, sfida il buon senso e duetta con un tipaccio come Billy Gibbons, in libera uscita dagli ZZ Top. Tra pop e Swing sfiora il Sidney Bechet di Petite Fleur (con Portal al bandoneón) e La mer di Trenet, My Way e The Good Life / La belle vie, dove regala un leggiadro passo a due con Jeff Goldblum, divo di Hollywood con una passione neanche troppo segreta per il jazz. Non tutto è perfetto, e meno male. Ma nel menu ci sentiamo anche di consigliare l’indimenticabile «sciabadabada» di Un homme et une femme (après Francis Lai e Claude Lelouch), dove l’esprit de finesse di Thomas s’intreccia con l’aereo timbro vocale di un’americana innamorata (e ricambiata) della Francia, Stacey Kent. Tutto nel segno della nostalgia, quindi? Niente affatto. Perché Dutronc rischia – e con esiti brillanti – riprendendo persino Playground Love degli Air (in coppia con Youn Sun Nah) e traghettando con procedimento assai straniante la disco music dei Daft Punk featuring Nile Rodgers (Get Lucky) dalle parti del Van Morrison di Moondance. Insomma, il French touch colpisce ancora.
Franchi

Pubblicata sul numero di febbraio 2021 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

Universal

FORMAZIONE

Thomas Dutronc (chit., voc.), con: Stéphane Belmondo (tr.),Michel Portal (bandoneón), Marc Berthoumieux (fis.), Jérôme Ciosi (chit., ukulele), Rocky Gresset (chit.), Eric Legnini (p., p, el.), Thomas Bramerie (cb.), Denis Benarrosh (batt.), Diana Krall, Iggy Pop, Billy Gibbons, Youn Sun Nah, Stacey Kent, Haley Reinhart, Jeff Goldblum (voc).

DATA REGISTRAZIONE

Parigi, maggio 2019; Miami, settembre 2019; New York, ottobre 2019.