Ben Goldberg «Everything Happens To Be»

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AUTORE

Ben Goldberg

TITOLO DEL DISCO

«Everythong Happens To Be»

ETICHETTA

BAG Productions Records


Goldberg è musicista raffinato e sensibile, abituato a muoversi, sia nei progetti e gruppi propri sia in quelli altrui, entro un perimetro fatto di relazioni umane e artistiche consolidate. Lo avevamo lasciato, prima della pandemia, alle prese con un disco («Good Day For Cloud Fishing», Pyroclastic Records, 2019) di ispirazione letteraria, per lui consueta, declinata in una avventurosa scrittura in tempo reale, tra musica e parole. Lo abbiamo poi accompagnato, durante il lungo periodo del lockdown, in un Plague Diary più esteso di quello di qualsiasi altro jazzista (che vi invitiamo tuttora ad ascoltare, trovandolo di inaudita ricchezza, pur nella sua impegnativa estensione). Lo ritroviamo in particolare adesso, in questo album autoprodotto, che fa parte di una serie di diversi dischi, editi a distanza di tempo dalla loro registrazione (e tutti disponibili su Bandcamp). Il disco testimonia un incontro artistico assai stimolante e relativamente «nuovo» (tutti hanno comunque già suonato e lavorato assieme), che lo pone accanto ad una perfetta macchina musicale e ritmica come Thumbscrew (Halvorson-Formanek-Fujiwara) con in più un sodale abituale per Goldberg come Ellery Eskelin. Ci sembra importante ricordare che Goldberg, Halvorson e Fujiwara avevano già formato un gruppo, The Out Loud, che nel 2016 diede alle stampe l’ottimo disco omonimo (per Relative Pitch): tale circostanza vale a spiegare perché l’affiancamento ad un trio rodato (e sugli scudi della critica) come Thumbscrew non rappresenti, per così dire, un procedimento modulare di affiancamento e di semplice sommatoria, ma comporti un profondo rimescolamento di carte e una relazione di base fra tutti gli artisti, compreso lo stesso Eskelin. Sicché la musica, nelle precise coordinate stilistiche di ognuno dei partecipi, è nuova, perché nasce dal reciproco ascolto. L’ascoltatore si trova preso entro una sorte di sfasamento temporale, tra una tradizione riletta ironicamente (Goldberg sa anche essere sofisticatamente démodé, nel suono e in un atteggiamento che lo porta a gironzolare idealmente in luoghi senza tempo) e una musica fortemente avventurosa. Si conferma pienamente l’attitudine del clarinettista a dialogare con un’altra «voce» e poco importa che qui non si tratti sempre di un fiato (pur fermo rimanendo il formidabile assetto che egli sa trovare con il suono caldo e tornito di Eskelin), perché anche l’affinità con i robusti grovigli della Halvorson è altissima (si ascoltino 21 e il brano eponimo) e va quasi senza dirlo che sul terreno di una certa fantasiosa astrazione i due si trovino a meraviglia. Tutte le composizioni sono dello stesso Goldberg (ovviamente tranne la chiusa innodica di Abide With Me) e l’atmosfera generale è dinoccolata e quieta, anche se il guizzo è sempre dietro l’angolo e tutti si muovono in un ambito di notevole libertà (Chorale Type), in una vena di ironica malinconia, talvolta gioiosa. Un disco il cui ascolto ci sentiamo di raccomandare.
Cerini

Pubblicata sul numero di settembre 2021 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

bengoldberg.net

FORMAZIONE

Ellery Eskelin (ten.), Ben Goldberg (cl., cl. contralto), Mary Halvorson (chit.), Michael Formanek (cb.), Thomas Fujiwara (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

New Haven, giugno 2018.