
AUTORE
Ayumi Tanaka
TITOLO DEL DISCO
«Subaqueous Silence»
ETICHETTA
ECM
«Sovrumani silenzi, e profondissima quiete…». Le prime, distillate note di Ruins fanno ritornare in mente i celebri versi leopardiani dell’Infinito. Gli appassionati ricordano la giovane pianista di Wakayama (è nata nel 1986) soprattutto per la sua militanza nei gruppi di Thomas Strønen: accanto al batterista e percussionista scandinavo ha registrato tre anni fa «Lucus» e poi il recente «Bayou» (entambi su ECM), cameristico disco a tre dove, insieme a loro, c’è pure la clarinettista e vocalist Marthe Lea. Folgorata dalla musica degli improvvisatori norvegesi, dal 2011 l’artista nipponica ha scelto di trasferirsi a Oslo, dove ha studiato alla Norwegian Academy of Music con il compianto Misha Alperin. E si sente. Perché la sua poetica si colloca al crocevia tra Oriente e Occidente o – per meglio dire – tra Giappone e Norvegia. Nelle sette composizioni del lavoro (il suo debutto per l’etichetta di Manfred Eicher, oltre che terzo progetto da leader) Ayumi può contare sull’intesa telepatica con la ritmica nordeuropea Svendsen-Johansen, insieme alla quale aveva già realizzato nel 2016 «Memento». «Condividiamo un flusso di energia anche nei momenti di silenzio, come illustra il titolo del nostro disco», ha spiegato lei. Rarefatte, misteriose, a tratti persino drammatiche: le composizioni della Tanaka si muovono tra la ritualità dell’antica musica classica del Sol Levante e l’estetica della scena norvegese (si ascolti il dialogo tra il contrabbasso suonato con l’archetto e il pianoforte in Black Rain, uno dei brani più intensi del cd). Ma non per questo mancano le aperture e i momenti rasserenanti (Ruins II). Un po’ come se la voce delle onde – ora sommessa, ora tempestosa – evocata da Mishima nel suo famoso romanzo incontrasse la magia silenziosa delle aurore boreali.
Franchi
Pubblicata sul numero di novembre 2021 di Musica Jazz
DISTRIBUTORE
Ducale
FORMAZIONE
Ayumi Tanaka (p.), Christian Meaas Svendsen (cb.), Per Oddvar Johansen (batt.)
DATA REGISTRAZIONE
Oslo, giugno 2019.