Al Foster «Reflections»

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AUTORE

Al Foster

TITOLO DEL DISCO

«Reflections»

ETICHETTA

Smoke Sessions


La Smoke Sessions è riuscita in questi anni a imporsi all’attenzione del mercato come un vero e proprio marchio di fabbrica, una sorta di garanzia per l’appassionato, al quale basta leggere il nome dell’etichetta per sapere di trovarsi di fronte a un prodotto che non tradirà le attese. Impostazione da vecchia Blue Note, insomma, e al giorno d’oggi ottenere questi risultati non è semplice. Certo, l’ambiente in cui opera la label facilita le cose, oltre al fatto che l’etichetta si interfacci con un notissimo jazz club (lo Smoke, per l’appunto, situato a Manhattan al confine tra l’Upper West Side e Harlem) in cui quasi ogni sera si avvicendano alcuni dei più grandi musicisti di jazz della nostra epoca. In questo «Reflections» un giovanile settantanovenne come Foster decide di coinvolgere quattro fuoriclasse di oggi ed è l’ennesima scommessa vinta, grazie a un interplay il cui ascolto lascia col fiato sospeso. Sul batterista ci siamo espressi più volte su queste pagine: che dire di più sul suo senso del tempo imperturbabile, sicuro, preciso, e di quel concetto così profondamente «swingante» che gli ha permesso di trovarsi a suo agio con tutte, o quasi tutte, le evoluzioni dell’idioma afro-americano? Nient’altro se non la consapevolezza di trovarsi di fronte a uno dei grandi al cui ascolto è assai improbabile annoiarsi. Questo vale per l’ascoltatore ma anche per i musicisti, per i quali interagire con un vecchio leone è sempre un privilegio. Lo sanno bene i quattro collaboratori di questo album, che firmano insieme a Foster un lavoro ben scritto e, soprattutto, ben suonato. La scelta dei pezzi è impeccabile (ci sono brani poco frequentati di Sonny Rollins, Joe Henderson, McCoy Tyner e un’imprevista rivisitazione della davisiana Half Nelson, soprattutto perché Foster ha lavorato con il grande trombettista dalla metà degli anni Settanta in poi, ovvero quando la concezione musicale di Davis aveva preso le distanze dal suo passato bop), oltre ai contributi compositivi di Payton e Potter, le cui prestazioni solistiche sono davvero di alto livello. Insomma, un gran disco di jazz.
Gaeta

Pubblicata sul numero di ottobre 2022 di Musica Jazz


DISTRIBUTORE

smokesessionsrecord.com

FORMAZIONE

Nicholas Payton (tr.), Chris Potter (sop., ten.), Kevin Hays (p., tast.), Vicente Archer (cb.), Al Foster (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

New York, 2021.