«Relevé». Intervista ad Anaïs Drago

Nuovo interessante disco per la violinista e compositrice biellese. Di seguito un breve estratto dell’intervista che sarà pubblicata prossimamente sulla rivista Musica Jazz.

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Buongiorno Anaïs. Parliamo subito del tuo ultimo disco «Relevé», che intriga già dal titolo. Letteralmente dovrebbe indicare un movimento della danza classica; ma anche una dichiarazione nel vocabolario corrente o un taglio particolare di carne… Qual è il significato che tu hai dato?
Buongiorno a te Alceste. Direi assolutamente il primo di quelli che hai citato: il riferimento al balletto accademico, con la parola che nel gergo indica la salita sulle punte: un gesto altamente dinamico ed esplosivo che vince, anche se temporaneamente, la forza di gravità.

Con te ci sono Federico Calcagno al clarinetto e Max Trabucco alla batteria. Una formazione piuttosto inusuale. Ce ne vorresti parlare?
Quando il centro di produzione WeStart mi ha espresso il desiderio di sostenere un nuovo progetto, ho ragionato a lungo. Sulla musica, sulla formazione, sull’estensione dell’ensemble, sull’organico e non in ultimo sul materiale umano. Le mie due esperienze precedenti come leader avevano riguardato un settetto e il solo. Da qui, l’idea di trovare un compromesso che fosse a metà strada; inoltre, l’idea della mancanza di uno strumento armonico vista come possibilità e non come deficit; a questo si somma il desiderio di poter mettere a servizio di un ensemble tutte le esplorazioni tecniche e timbriche del mio strumento, anche quando questo significava (e in «Relevé» succede costantemente) abbandonare il ruolo melodico e solistico di cui il violino è storicamente indiscusso padrone. Ho conosciuto Federico e Max sul cammino degli ultimi anni, fatto di residenze, progetti a scadenza, e ho creduto che potessero essere degli ottimi compagni di viaggio, nel loro essere complementari sotto molti aspetti, e musicisti sensibili con cui condividere idee e farle germogliare.

Quanto la live performance ha influenzato l’esecuzione di questi brani rispetto alla tua idea primigenia?
Moltissimo. Ma questo d’altronde succede in tutti i miei progetti. Per indole tendo a non prendere decisioni definitive in fase di prove e di studio, lasciando che le esecuzioni live diano la risposta ad eventuali perplessità o indugi.

Anaïs Drago
Foto di Damiano Andreotti

Tu hai iniziato con la musica classica. Come e perché sei arrivata al jazz?
Un giorno ci ho sbattuto la faccia, e mi sono arrabbiata con me stessa per essere una presunta musicista (ero appena diplomata) e non saper mettere due note in croce davanti al vuoto dell’improvvisazione. Mi sono rimboccata le maniche e ora posso dire che il jazz, al di sopra di tutto, per me è stata una possibilità. Per rispondere, quindi, direi: per caso, e per sfida.

Cosa è scritto nell’agenda degli impegni e degli obiettivi di Anaïs Drago?
L’estate sarà un’alternanza piuttosto variegata di concerti con progetti miei (col solo, con «Relevé») e con progetti altrui: continua la mia collaborazione con Neri Marcorè (saremo insieme in molte occasioni ed in luoghi speciali come il Teatro Romano di Verona); avrò un tour con una nuova produzione che omaggia Franco Battiato (con me sul palco la giornalista Silvia Boschero e la cantautrice Giua); sarò al mitico e storico Zappanale Festival di Rostock (DE) con Shake Your Duty, progetto omaggio a Zappa e all’irriverenza in musica; prendono inoltre sempre più forma il duo con Peppe Frana (ci stiamo preparando per un’incisione discografica), il trio con Barbara Casini e Barbara Piperno (Grey Cat Festival); farò anche un’apparizione a Nuoro Jazz insieme a Luca Falomi e Fausto Beccalossi. L’autunno però riserva le sorprese migliori: sarò infatti ospite dell’Istituto Italiano di Cultura di El Cairo per una settimana di concerti e workshop, sia in solo, sia con Relevé, ma anche collaborando con artisti locali; sempre con «Relevé» saremo a Bari per l’European Jazz Conference, una bellissima opportunità per farci ascoltare da un pubblico di addetti ai lavori, e poi a Crossroads Festival e a Cormons, più avanti. A Novembre inoltre mi occuperò di un laboratorio musico/teatrale che sto costruendo proprio in questo periodo con l’attore Saba Salvemini, su commissione della Società del Quartetto di Milano. Infine, ad aprile mi sono regalata un piccolo tempo in studio, dal mitico Stefano Amerio, e ho registrato molto materiale in solo. Lo sto facendo decantare, in attesa di avere le intuizioni giuste per condividerlo.
Alceste Ayroldi

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