Mantici articolati: Astor Piazzolla, Hub Quartet, Taufic / Beccalossi / Buschini, Gato Libre, Renzo Ruggieri

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Astor Piazzolla «Duettango»

Astor Piazzolla «Duettango» Fonè, distr. IRD

Strumento senz’altro trasversale, come si suol dire, la fisarmonica – ascesa alla soglia dell’accettabilità jazzistica dopo decenni di ostracismo – si è trasformata ormai da tempo, ironia della sorte, in una specie di cornucopia capace da sola di giustificare migrazioni stilistiche della più varia natura. Più schierato sul fronte del tango, il bandoneón conserva una maggiore specificità, che il primo dei cd che incontriamo testimonia a pieno titolo, oltretutto – più realista del re – collegandosi al repertorio piazzolliano. Lo firma un quartetto con Cesare Chiacchiaretta al bandoneon, Filippo Arlia al piano, lo storico violinista di Piazzolla, Fernando Suarez Paz, e sua figlia Cecilia alla voce. Di fatto, in linea col titolo, trattasi spesso di duetti, per metà (sei brani su dodici) bandoneón/piano, più due piano/voce, due trii senza voce e due quartetti. Il materiale pesca fra i capolavori piazzolliani (Primavera Porteña, Milonga del Ángel, Adiós Nonino, Oblivion, Tanguedía, La Muerte del Ángel, Michelangelo ’70, Violentango…) e lo fa con tutte le cure del caso: rigore, felicità ispirativa, pathos. A venticinque anni dalla morte del Maestro, un omaggio quanto mai pertinente.

Quartet «Archivo General de Indias»

Hub Quartet «Archivo General de Indias» Skidoo, skidoorecords.it

Due brani di Piazzolla (fra cui, in avvio, Escualo, già in «Duettango», e più oltre anche Verano Porteño) aprono pure il cd dell’Hub Quartet, fisarmonica (o accordina) e trio ritmico (in due titoli più voce), che guarda anche al Brasile (Gil, Pascoal, Pixinguinha), nonché a Haden e Girotto, con due originali. Nuoce un po’, nei tanghi, l’esplicitazione ritmica (anche Piazzolla ne ha fatto uso, ma a parole l’ha sempre stigmatizzata) e il periodico ricorso all’accordina, strumento alquanto esile, ma il cd rimane di livello, così come – ancor più – «Tres Mundos» di Roberto Taufic, chitarra, Fausto Beccalossi, fisarmonica, e Carlos Buschini, basso, undici brani originali (compresa una Tarantella di Alberto Varaldo) in cui la fragranza di una danzabilità morbida e seduttiva s’insinua ovunque, con grande eleganza di tratto.

Taufic / Beccalossi / Buschini «Tres Mundos»

Taufic / Beccalossi / Buschini «Tres Mundos» Abeat, distr. IRD

Gato Libre «Neko»

Gato Libre «Neko» Libra, librarecords.com

Austero e solenne, quasi liturgico, è per contro l’uso che della fisarmonica fa Sakoto Fujii in «Neko», definendo un profilo climatico che la tromba di Natsuki Tamura e il trombone di Yosuko Kaneko assecondano in pieno. Ne vien fuori un album alquanto monolitico, quieto e fascinoso, ricco di segmenti solitari, o percorsi in parallelo, senza frizioni o antagonismi di sorta. Impagabile la copertina «gattesca» (del resto nel rispetto del nome del trio, Gato Libre).

Renzo Ruggieri «Solo Accordion Project – Live Improvisations»

Renzo Ruggieri «Solo Accordion Project – Live Improvisations» autoprodotto; renzoruggieri.com

Totalmente solitario, e come spesso accade al fisarmonicista abruzzese alquanto sovraffollato di umori e carne al fuoco (ancor più trattandosi di un doppio, oltre due ore di musica), l’ultimo nato in casa Ruggieri raccoglie brani dal vivo compresi tra 1998 e 2010, in alcuni casi di durata notevole (quasi mezz’ora il penultimo, Film). Ci sono ovviamente molti passaggi di pregio, e comunque una visione sempre fortemente individuale del far musica, anche se certi eccessi di misura penalizzano il lavoro, ritratto peraltro esauriente, talora imprevedibile, di una personalità prepotente.

Bazzurro

[da Musica Jazz, dicembre 2017]