FRANCO D’ANDREA «Something Bluesy and More»

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AUTORE

Franco D’Andrea

TITOLO DEL DISCO

«Something Bluesy and More»

ETICHETTA

Parco della Musica Records


Con il ritorno a un classico (ma non troppo) piano trio D’Andrea ha deciso di approfondire la riflessione e l’analisi su alcune componenti essenziali – dei veri e propri capisaldi – della sua cifra stilistica. Nell’operazione ha giustamente deciso di coinvolgere Evangelista e Gatto, già presenti in «Sketches of the 20th Century». Tra l’altro, il rapporto di collaborazione con Gatto vanta lontani precedenti: «Kick Off» ed «Airegin», nei quali figurava Giovanni Tommaso al contrabbasso, pubblicati dalla Red Records rispettivamente nel 1989 e nel 1991. Come il titolo suggerisce, D’Andrea rinsalda il legame con il blues, ma ovviamente lo fa a modo suo. Ad esempio, riprendendo la già rivisitata Livery Stable Blues della Original Dixieland Jazz Band. Un rimando alle radici del jazz e alla propria formazione giovanile come clarinettista in gruppi di jazz tradizionale della natia Merano. Accennato e ripetuto, il nucleo tematico viene espan[1]so e trasformato in una rielabo[1]razione autentica. Per contro, il trio approda al tema di St. Louis Blues mediante una costruzione ritmica articolata sulle ottave basse. Al tempo stesso, l’essenza blues di I’ve Found a New Baby viene sviscerata grazie all’esplorazione del tessuto armonico e a un’indagine minuziosa sui rapporti intervallari. Qui risaltano il ruolo dialettico di Gatto e il suono «antico» di Evangelista. Analogo trattamento è riservato a Soft Winds di Benny Goodman. Ovviamente il blues non prescinde da Duke Ellington, altro riferimento irrinunciabile. Una certa impronta monkiana, densa di blues feeling, caratterizza The Telecasters, tratta da «Such Sweet Thunder». Tema già frequentato da D’Andrea in altri suoi lavori, Half The Fun evidenzia un marcato approccio ritmico e fraseggi asimmetrici, sghembi, a tratti dissonanti, che penetrano nelle implicazioni dell’impianto armonico. Un ostinato pianistico alimentato da una latente matrice africana contraddistingue Caravan, il cui tema viene richiamato attraverso sagaci dissonanze, ma solo al termine di esaurienti digressioni. D’Andrea si avvicina poi al mondo di John Coltrane sovrapponendo accordi sparsi e linee dissonanti alla figura di quattro note, reiterata e ossessiva, di A Love Supreme. Si allontana poi gradualmente da questo nucleo sviluppando ornamentazioni e variazioni. Infine, il D’Andrea compositore emerge prepotentemente in Exploration: lo documentano i possenti contrafforti e le figurazioni cupe sulle ottave basse, il nitido tocco ritmico, le frequenti iterazioni e le guizzanti frasi sempre animate da un pensiero obliquo, lungimirante. Lungimirante come la visione di un musicista in costante fermento, sempre incline all’esplorazione.
Enzo Boddi

DISTRIBUTORE

Egea

FORMAZIONE

Franco D’Andrea (p.), Gabriele Evangelista (cb.), Roberto Gatto (batt.).

DATA REGISTRAZIONE

Roma, 18 e 19-1-24.

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