Fano Jazz by the Sea 2024

Un week-end a Fano tra velocipedi musicanti, la raffinata “scompostezza” dei Bad Plus e la polarizzazione magnetica dei violini di Agnese Amico.

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Fano Jazz By The Sea
XXXII Edizione
20-28 Luglio 2024

 Tra disagi ferroviari e una tenace canicola, Musica Jazz approda a Fano nell’ultimo fine settimana che vede protagonista il suo amato Fano Jazz By The Sea, giunto quest’anno alla XXXII edizione. “Un festival di tutti e per tutti”, citando le parole del direttore artistico Adriano Pedini, che in soli nove giorni ha proposto ben 43 concerti – di cui 35 gratuiti – sprigionando buone vibrazioni nell’intera cittadina marchigiana e richiamando pubblico da regioni più o meno lontane.

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The Bad Plus – foto Andrea Rotili

Sul main stage della Rocca Malatestiana si è esibito, nella serata di venerdì 26 luglio, The Bad Plus, quartetto statunitense formato da Chris Speed al sax tenore e clarinetto, Ben Monder alla chitarra, Reid Anderson al contrabbasso e Dave King alla batteria. Nato come trio nel 2000, il gruppo ha “cambiato pelle” più volte nel corso degli anni senza mai perdere la sua essenza, semmai amplificandola nel susseguirsi di collaborazioni virtuose. La triade primigenia, che insieme a King e Anderson vedeva Ethan Iverson al pianoforte, ha sperimentato la formula del quartetto nel 2015 e 2016 avvalendosi del sax di Joshua Redman. L’anno seguente, il trio ha visto avvicendarsi al piano Orrin Evans, per poi giungere (nel 2021) alla formazione succitata. Il concerto fanese ha visto un repertorio di brani originali – perlopiù di King e Anderson – e di inediti che saranno fissati sull’album in uscita a novembre prossimo.
La musica dei Bad Plus è un’opera di ingegneria complessa, così ben congegnata da risultare totalmente naturale all’ascolto sebbene nulla sia lasciato al caso. Sofisticate melodie e note più audaci si alternano slittando su piani diversi, arricchite da innesti solistici che trovano nell’insieme uno spazio in cui muoversi liberamente. Il timing è impeccabile e sorprende felicemente quanto la cifra stilistica di ogni componente, così ben definita e riconoscibile, contribuisca al progetto comune. Così, i “monderismi” fendono l’aria calda della sera ed il sax di Speed, in alcuni istanti, riconduce all’idioma di Moon Dog. Il nostro consiglio? Ascoltate i Bad Plus (se ancora non lo avete fatto) e divertitevi a scoprirne, nell’ordine che più preferite, la loro evoluzione.

Agnese Amico
Foto di Mirko Silvestrini

Un altro lieto ascolto è stato il solo di Agnese Amico, sabato pomeriggio alla Pinacoteca San Domenico, nell’ambito di Exodus Stage – Gli echi della migrazione. Siculo-norvegese, Amico è violinista di formazione classica, ma l’ideale anello di congiunzione di origini così distanti si rivela probabilmente nel disinvolto destreggiarsi tra ambito classico e musica improvvisata. Membro della DOOOM Orchestra e del Quartetto Obliquo, Amico ha esordito in solo con «Alalie» (zOaR, 2022), progetto che lei stessa definisce “un’esplorazione della sensazione di alalia con i miei paesi d’origine e gioca con questo senso di distacco”. A giudicare dalla rapinosa e toccante performance fanese, la volontà di guardare con occhio esterno il folklore dei luoghi natii ha fatto sì che Amico lo abbia totalmente e felicemente introiettato, dando vita a personalissime “città invisibili” in cui le note ne hanno definito geometrie e orizzonti dell’anima, a prova del fatto che la parola non sempre occorre.
Nel fare ciò si è avvalsa di un violino classico e dell’hardingfele, strumento tradizionale norvegese, molto simile al violino, caratterizzato dalla presenza di alcune corde aggiuntive che risuonano insieme alle principali amplificando gli armonici. Oltre che su Bandcamp, potete seguire Agnese anche su @agneseisaway, suo profilo Instagram. Pare che la sua strada l’abbia ampiamente imboccata, sarà sicuramente interessante vedere dove ci condurrà prossimamente prendendoci per mano…
Quasi in contemporanea ad Amico, sul prato del Green Jazz Village si sono esibiti i 110 bambini e ragazzi che hanno preso parte al campus orchestrale realizzato in collaborazione con l’Associazione Mosaico Musicale, mentre il centro storico è stato letteralmente invaso dal contagioso jazz dei Dixie’s Brothers, scarrozzati a bordo di bici cargo di FIAB FANO / For Bici!
Chiusa questa XXXII edizione di Fano Jazz By The Sea, la musica sconfina e conduce alla scoperta di caratteristici e deliziosi borghi della provincia di Pesaro e Urbino attraverso Terre Sonore, festival itinerante, diffuso in ben ventun comuni, che si concluderà il 31 agosto prossimo.
L’intero programma è su terresonore.it
Eleonora Sole Travagli

 

 

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