Dossier

Il Jazz di Kenny Wheeler

Pensando all’apporto autonomo del jazz all’estetica musicale (dato che quell’estetica del jazz autarchica e infarcita di etica storico-sociale forse non sarebbe interessata a rilevare o lo farebbe diversamente), Kenny Wheeler è un musicista che possiede al più alto livello il requisito fondamentale dell’autore: un’omogeneità esemplare fra le attitudini dello strumentista e del leader compositore. Il suono pastoso, vaporoso, ingombrante e mobile che ha alla tromba e al flicorno e il modale dalle ampie arcate ma insieme inquieto, melanconico, talvolta minore, delle sue composizioni, ben distinto anche nelle improvvisazioni da quello più fitto di gesti e più sfuggente nelle tonalità emotive rientrato nella lingua comune del jazz dopo Miles Davis. Per questa proprietà poetica, la musica di Wheeler tende a trascendere i confini del jazz, pur essendo totalmente inscritta nell’idioma jazzistico. Non contiene blues, ma neanche pop, rock, e qualche raro richiamo al classicismo è sempre molto mediato. Né la sua […]

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