J.J. Johnson registrò il suo primo assolo il 25 ottobre 1943, negli studi della Capitol. Faceva parte della sezione dei tromboni dell’orchestra di Benny Carter, che gli lasciò, per quella breve ma concentrata improvvisazione, le otto battute del bridge nel brano Love for Sale. Un paio d’anni più tardi, esattamente il 4 febbraio 1946, incise Rambo, il suo primo lavoro come compositore e arrangiatore, per la Columbia. Se Count Basie, nella cui big band questa volta militava, gli aveva concesso tale prestazione, era ovvio che il giovane musicista stesse mostrando doti non comuni. Basie non si sbagliava: J.J. Johnson si sarebbe imposto, nel prosieguo della carriera, come uno dei più grandi solisti e uno dei più raffinati arrangiatori di tutto il jazz. Proprio in quel 1946 era scomparso, a soli 29 anni, il trombonista Fred Beckett. Oggi sarebbe dimenticato, se non fosse per J.J. Johnson, che in quasi tutte le […]
Questo è un contenuto premium!
Abbonati! Se sei già abbonato accedi con la tua user e password!