AUTORE
Anaphora
TITOLO DEL DISCO
«[Bloom]»
ETICHETTA
Loumi Records
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Deorsola lo si era ascoltato in uno dei dischi del quintuplo allestito dal batterista Domen Cizej, «Sound», per esordire in grande stile lo scorso anno. Quel duo si segnalava tra le cose migliori contenute nel box intitolato complessivamente «Introducing» e ora il giovane musicista italiano (che tiene a sottolineare ovunque la sua identità queer) residente in Belgio si cimenta con un album intestato al suo trio dal nome che è di per sé un manifesto programmatico e non mera citazione di una figura retorica. Ripetere in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente è ciò che definiamo anafora, ricordiamolo, un procedimento che qui si traduce coerentemente in prassi compositiva.
Il travolgente brano d’apertura, Le Nomade, un saliscendi di pause e accelerazioni repentine, passa subito dalla teoria alla prassi, procedendo con gioiosa insistenza sulla reiterazione/sovrappposizione, sottrazione e ritorno di frasi esposte in precedenza, a partire dal costrutto ritmico di partenza. È una musica che predilige gli accenti ludici, le mescolanze inedite, la simultaneità degli eventi, gli incontri disinvolti. Deorsola impiega un piano preparato ben farcito di oggetti in legno e metallici ottenendo un suono che si rifà esplicitamente al dal gamelan balinese (vistosamente in Archéologique 1) ne i suoi partner ne assecondano il brio, ne integrano la tavolozza sonora e la capacità sorprendente di destreggiarsi nell’arte della ripetizione, sprigionando un’energia che pare inesauribile e ricca di sfumature.
Non è l’unico brano che insiste nel profondere fisicità al suono. Fa altrettanto l’altra danza che ha luogo in Athletic Pusheen, ulteriore ottovolante ritmico sul quale i tre ci conducono. Non a caso per i due brani sono stati realizzati dei video che ne sottolineano la festa per il corpo che paiono presenziare. A far riprendere fiato ci pensa il brano eponimo, un’assorta divagazione dalle movenze più jazzistiche sulle prime e nel prosieguo progressivamente più astratta, mentre in Année Zéro suggestioni indonesiane e minimalismo occidentale si cercano, si inseguono reiteratamente.
L’anafora è in fondo il motore immobile della minimal music e le carte si scoprono del tutto nell’ultimo brano in scaletta, Blossom, tra i pezzi pregiati del disco, che richiama alla mente indubitabilmente Steve Reich e i suoi diciotto musicisti, qui ripensato con grazia ed energia in egual misura prima di volatilizzarsi.
Gennaro Fucile
DISTRIBUTORE
filippodeorsola.bandcamp.com
FORMAZIONE
Filippo Deorsola (p.), Jonathan Ho (cb.), Marco Luparia (batt., oggetti).
DATA REGISTRAZIONE
Colonia, 19 e 0-7-24.