AUTORE
Bobby Watson
TITOLO DEL DISCO
«Perpetual Groove»
ETICHETTA
Red Records
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Il mondo del jazz non finirà mai di ringraziare Art Blakey, visto che in qualità di leader ha accolto e fatto sfilare davanti alla sua batteria un pezzo di Storia. Alla quale appartiene Bobby Watson, che Blakey scoprì quando aveva ventitré anni, affidandogli perfino la direzione musicale dei suoi Jazz Messengers. Fu poco dopo l’uscita di Watson dal gruppo, che il fondatore della Red Records, Sergio Veschi, ebbe la prontezza di ingaggiarlo (tra parentesi, la prima parte della discografia del sassofonista si è svolta prevalentemente in Europa). E adesso torna, opportunamente ripulita sul piano sonoro, una registrazione dal vivo considerata fra le cose migliori di Watson e nella quale è perfettamente a fuoco la sua cifra stilistica: un fraseggio che si rifà a quello parkeriano e una urgenza espressiva che fa quasi pensare alle interpretazioni bop di Anthony Braxton. Il tutto con un solido attaccamento alle radici del jazz, come dimostra il brano che dà il titolo al disco: una forsennata performance per sassofono solo, condotta con la respirazione circolare, nella quale sotto alla irrefrenabile cascata di note si indovina il blues. Lo stesso si ripete in una parte di Oleo di Sonny Rollins, dove il sassofonista si ritaglia appunto uno spazio del tutto solitario. Il clima frenetico, comunque, si respira in tutto il disco, quasi che Watson volesse spingersi oltre la velocità umanamente concessa a un solista. Lo stabilisce già in apertura Cherokee, ancor più mozzafiato della famosa rilettura che ne aveva dato Charlie Parker (intitolandola Koko). Si continua con il coltraniano Mr. P.C., nel quale il sassofonista imbraccia il soprano restando perfettamente riconoscibile: qui come al sax alto sono uguali la brillantezza e la definizione delle note. La velocità elevata, ovviamente, impone un controllo perfetto dello strumento e sotto questo aspetto i tre italiani che accompagnano Watson non si lasciano intimidire. Bassini, che in accompagnamento rispetta l’ortodossia del bop, in veste di solista sfodera uno spirito scintillante degno di un Oscar Peterson. Zanchi ha l’interessante attitudine a essere accompagnatore e a volte anche comprimario di Watson. Quanto al compianto Giampiero Prina, la sua batteria fornisce al leader tutta l’energia della quale ha bisogno (evidente nel duetto soprano-batteria di Oleo). «Energia», del resto, è il vocabolo più adatto a sintetizzare «Perpetual Groove».
Giuseppe Piacentino
DISTRIBUTORE
IRD
FORMAZIONE
Bobby Watson (alto, sopr.), Piero Bassini (p.), Attilio Zanchi (cb.), Giampiero Prina (batt.)
DATA REGISTRAZIONE
Milano, Le Scimmie, 7 e 8-12-1983.