Intervista a Judith Hill

La cantante e compositrice di Los Angeles, che è stata al fianco di Michael Jackson, si esibirà a Reggio Emilia (chiostri di San Pietro) il 28 luglio in occasione del Festival Mundus, la storica rassegna estiva di ATER Fondazione.

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Ciao Judith, benvenuta su Musica Jazz. Come stai?
Sto benissimo, grazie.

Mi piace molto la tua affermazione: «La musica apre le porte a un’altra dimensione della spiritualità».
A volte la nostra mente è troppo rigida e incapace di accedere alla spiritualità.  La musica parla all’anima e ci permette di provare sensazioni che altrimenti non potremmo provare. È come un grande traduttore delle molte verità invisibili che il nostro io interiore comprende. Ecco perché è così potente quando le emozioni sono intense… ci porta a uno stato elevato quando la musica scorre.

Pensi che la musica sia un mezzo per cambiare il mondo?
Ogni volta che la posta in gioco è alta e i tempi sono urgenti, si vede che la musica gioca un ruolo più significativo nella vita delle persone. Credo che stiamo tornando a un’era in cui la musica diventerà di nuovo potente.  Arriva a ondate, mentre la storia si ripete e le persone cercano più risposte e significato.

Judith Hill
Foto di Ginger Sole

La tua cover molto bella e originale di In The Air Tonight è anche la colonna sonora della serie TV Little Fires Everywhere. L’hai realizzata appositamente per quella serie del 2020?
La canzone è stata creata per quella serie.

Creare una canzone per una serie TV ti ha dato più notorietà?
La TV sicuramente porta più persone al mio lavoro, ma è solo uno dei tanti modi in cui le persone scoprono le mie canzoni.  Ho molte canzoni in TV ed è sempre bello vedere quali canzoni attraggono di più le persone.

Hai collaborato con tantissimi artisti. Da George Benson ad Anastacia, Robbie Williams, Mike Oldfield, Rod Stewart e molti altri. C’è una collaborazione in particolare che ritieni abbia contribuito maggiormente a plasmare la tua professionalità come musicista?
Il mio lavoro con Prince è stato quello che ha avuto il maggiore impatto.   È stato un grande mentore e ho trascorso molto tempo lavorando con lui e imparando molto su ciò che serve per essere un artista.

Pensi che la tua partecipazione a The Voice abbia cambiato la tua vita artistica?
The Voice mi ha aperto molte opportunità ed è stato fantastico esibirmi davanti a un vasto pubblico. Da allora ho conquistato molti nuovi fan.

Ti va di raccontarci del tuo incontro e della tua collaborazione con Michael Jackson?
Era una forza della natura incredibile.  Lavorare con lui era quasi intimidatorio, ma molto stimolante.  Ero alle prime armi e non avevo mai fatto un concerto di quel calibro, ma è stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita.  La sua presenza era magica.

Judith Hill
Foto di Ginger Sole

Come è cambiato nel tempo il tuo approccio all’interpretazione vocale di una canzone?
Non credo sia cambiato molto.  Canto ancora con un approccio blues e soul radicato nella chiesa.  Nel corso degli anni ho dovuto affinare la mia tecnica vocale per poter cantare correttamente senza danneggiare la mia voce.  Ho avuto difficoltà in questo senso nel corso degli anni, ma ho trovato dei miglioramenti.

Sei figlia di un pianista e di un bassista. Oltre alla tua voce, quale strumento usi per comporre e scrivere arrangiamenti?
Adoro scrivere canzoni partendo dalla linea di basso.  Quando lavoro con groove funk, mi piace iniziare dal basso o dalla chitarra.  Per le ballate o le canzoni più melodiche, mi piace partire dal pianoforte.

Il 28 luglio sarai a Reggio Emilia per il festival Mundus. Hai già in mente il repertorio che eseguirai?
Eseguirò brani tratti da tutti e quattro i miei album.  È un collage di musica che spazia da brani di riflessione profondamente emotivi a groove funk/rock dance.

Qual è il tuo rapporto con il jazz e la sua tradizione?
Amo il jazz. Sono cresciuta ascoltandolo e cantandolo. Collaboro spesso con musicisti jazz e faccio molte esibizioni, e il jazz gioca anche un ruolo importante nelle mie opere originali.

Judith Hill
Foto di Ginger Sole

Qual è stato il momento migliore e quale il peggiore della tua carriera di musicista?
Ho avuto molti momenti «migliori». Ogni esperienza: da un concerto rock alla scrittura di una canzone che mi fa venire la pelle d’oca. Alcuni momenti significativi sono stati il Crossroads Festival 2023, la creazione del musical Golden Child e l’esibizione di Heal the World con il coro dei bambini al funerale di Michael Jackson. I momenti peggiori sono quelli in cui dubito di me stessa o permetto alle negatività di scoraggiarmi.

Quali sono i tuoi obiettivi come musicista?
Il mio obiettivo è suonare con costanza, in modo che diventi naturale come bere un bicchiere d’acqua.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho intenzione di realizzare film e spettacoli teatrali, oltre ad ampliare i miei progetti musicali e di beneficenza.  Ho una lunga lista di album che vorrei realizzare, tra cui un progetto corale, un album gospel e altri dischi blues/funk.
Alceste Ayroldi

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