Back Together Again . Intervista a Sarah Jane Morris e Mario Biondi

Il primo singolo, frutto della collaborazione tra la vocalist e compositrice londinese e il cantante, compositore e arrangiatore siciliano, è dedicato alla grande Roberta Flack. Ne parliamo con entrambi i protagonisti.

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Come è nata la vostra collaborazione, come vi siete conosciuti?
SJM. Ho incontrato Mario Biondi per la prima volta sul palco del Blue Note di Milano, molti anni fa, quando eravamo ospiti del nostro amico Nick The Nightfly, in occasione del lancio del suo album. Siamo diventati subito amici. Grazie a Nick, l’ho incontrato diverse altre volte e abbiamo condiviso il palco in vari concerti. Quando Mario e la sua band sono venuti al Ronnie Scott’s (la mia casa londinese), ho cantato in duetto con Mario, e poi l’anno successivo al Rye Jazz Festival. Ho avuto il grande piacere di cantare al matrimonio di Mario a Sorrento con il Solis String Quartet.
M.B. Nick the Nightfly ci mise in contatto per una pura e semplice stima artistica reciproca, che poi negli anni abbiamo coltivato, abbiamo continuato a sentirci e rimanere in contatto, arrivando lei a partecipare e omaggiarmi con una sua performance durante il mio matrimonio.

Perché avete inteso omaggiare Roberta Flack? Cosa rappresenta per voi la cantante recentemente scomparsa?
SJM. I duetti di Roberta Flack e Donny Hathaway sono leggendari e costituiscono il background musicale sia per Mario che per me. Quando abbiamo deciso di fare un duetto insieme, ci è sembrato un buon punto di partenza. Mario è uno dei pochi cantanti che mi fa cantare in tonalità alta, dato che ho una voce baritonale, ma lui è molto più basso con la sua voce da basso. Abbiamo registrato questo duetto a novembre, quando Mario è venuto a Londra per suonare al London Jazz Festival. Quando Roberta è morta all’inizio di quest’anno, ci è sembrato il momento giusto per rendere omaggio alla leggendaria cantante.
M.B. Per noi è un’artista femminile che ha dato tantissimo al mondo soul e con il  padre putativo della matrice soul Donny Hathaway hanno realizzato questo brano leggero e di cultura dance che ci ha dato lo spunto per omaggiare con un duetto un grande artista scomparso. Abbiamo coronato una vecchia promessa di fare qualcosa insieme in ambito discografico.

Back Together Again è un brano spiccatamente dance. Come avete agito in fase di arrangiamento?
SJM. Back Together Again si presta molto bene al brano dance che abbiamo registrato. Abbiamo lavorato con Micky More e Andy Tee, che hanno prodotto il brano, e penso che formiamo una buona squadra. Li ho incontrati l’estate scorsa quando ero a Pescara per un concerto e abbiamo discusso della tonalità e della possibile direzione da prendere.
M.B. Per questo tipo di arrangiamento ci è bastato un provino prodotto da produttori amici, Micky More & Andy Tee, della nostra Irma, dove ci hanno mandato una versione che ci è subito piaciuta e colpita. Noi abbiamo dato semplicemente degli input ma direi che il tutto era già di nostro gradimento e di livello, noi non abbiamo fatto altro che mettere le nostre voci.

Quali sono i vostri punti in comune?
SJM. Mario e io condividiamo l’amore per il soul, il jazz, la musica latina e africana e siamo molto istintivi nel modo di cantare. È stato un piacere lavorare con lui. Mario è molto versatile e ha una vasta estensione vocale, quindi sapevo di essere in buone mani registrando con lui.
M.B. Io sono da sempre appassionato di soul music e, negli anni Novanta, ascoltavo la canzone di Billy Paul riportata al successo di nuovo da Sarah, e che anche io stesso riproponevo nei primi anni Novanta nei miei live; da qui il nostro punto di contatto artistico sicuramente.

Invece, quali sono gli argomenti sui quali non siete d’accordo?
SJM. Finora non conosco alcun argomento su cui non siamo d’accordo.
M.B. Per ora non abbiamo avuto argomenti di contrasto e va benissimo così!

Questo singolo è il preludio per un album insieme?
SJM. Mi piacerebbe lavorare ancora con Mario perché penso che le nostre voci si sposino molto bene, quindi mi piace pensare che questo porterà ad altre registrazioni insieme.
M.B. Siamo partiti da questo perché siamo innanzitutto amici, il progetto è un singolo, ma in un futuro mai dire mai ma per ora nulla in programma sotto questo punto di vista.

Sono previsti concerti che vi vedranno insieme sul palco?
SJM. Mi piacerebbe fare altri concerti con Mario e sono sicura che succederà.
M.B. Mi rifaccio alla risposta precedente, il tutto è nato in amicizia e non c’è per ora una progettualità live legata insieme, ma anche qui mai dire e se dovesse esserci la possibilità di cantarla insieme più che volentieri e sempre bello condividere il palco con Sarah, come già successo.

Da dove nasce per voi l’impulso a creare qualcosa? Che ruolo hanno le fonti di ispirazione, come i sogni, le altre forme d’arte, le relazioni personali, la politica, eccetera?
SJM. Il mio modo di scrivere canzoni è quello di scrivere qualcosa come un flusso di coscienza, in forma poetica, e poi analizzarlo per creare il formato della canzone. Scrivo poesie da quando ero ragazza. Sono diventata l’autrice della storia umana nelle canzoni e faccio molte ricerche una volta deciso l’argomento. Anche la mia storia è sempre presente in qualche modo nelle canzoni. Scrivo di ciò che vedo intorno a me.
M.B. In questo caso specifico il tutto si basa su un rapporto di amicizia storico e consolidato, nel momento in cui ci sono le cose belle da condividere e fare,  immediatamente si fanno, senza nessun genere di ragionamento o di opportunità. E tutti gli “elementi” citati incidono sicuramente nella fase creativa e nelle forme di arte.

Quando siete in studio per registrare un brano, quanto è importante la performance vera e propria e il momento dell’esecuzione della canzone, in un’epoca in cui molte cose possono essere «fatte e sistemate in seguito»?
SJM. Registro molte delle mie canzoni e dei miei album live, e spesso è la prima registrazione che funziona. A volte scelgo una voce da tre registrazioni, ma spesso è quella iniziale che viene utilizzata.
M.B. Ovviamente la performance deve essere reale, vera e forte il più possibile che poi la tecnologia possa venirci in ausilio è sicuramente un bene ma non ne dobbiamo abusare.

In questo momento particolarmente critico per il mondo (guerre, razzismo imperante, il ritorno al nazionalismo), quale pensate sia il ruolo del musicista?
SJM. Penso che la musica sia uno strumento potente per connettersi con le persone e abbia un ruolo importante nell’avviare conversazioni su argomenti difficili. Sto cercando di scrivere una canzone sul cambiamento climatico, che si sta rivelando un argomento difficile. Ho scritto spesso di guerra, corruzione e libertà.
M.B. Io credo che la musica abbia sempre un valore delicato e importante nei momenti critici, purtroppo non crea miracoli ma può essere di sicuro un supporto e veicolare una sensibilizzazione probabilmente più forte per alcuni aspetti.

Quali sono i vostri progetti futuri?
SJM. A 66 anni amo la musica come sempre e trovo che la mia voce sia la migliore che abbia mai avuto. Intendo continuare a scrivere, registrare e cantare finché la mia voce e il mio corpo me lo permetteranno. Mi piace pensare che sarò ancora in forma a 80 anni! Ho un nuovo album con il Solis String Quartet in uscita quest’estate, che raccoglie canzoni di artisti morti a 27 anni e le arrangia per voce e quartetto d’archi. Il progetto si chiama “Forever Young” ed è molto potente. Finora abbiamo tenuto due concerti a Padova e Napoli e il 14 luglio lo porteremo a Roma alla Casa del Jazz. Siamo molto orgogliosi di questo progetto, che è molto commovente e edificante. Nel marzo del prossimo anno, in occasione della Giornata internazionale della donna, pubblicherò il secondo volume del progetto mio e di Tony Remy “The Sisterhood”, che contiene canzoni originali sulla vita delle cantautrici che secondo me hanno contribuito a plasmare la musica popolare, scritte nel loro genere musicale. Questo è uno dei migliori progetti della mia carriera quarantaseienne, iniziata in Italia nel 1979.
M.B. Credo che i compleanni importanti debbano essere festeggiati bene!
Alceste Ayroldi

 

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