AUTORE
Simona Premazzi
TITOLO DEL DISCO
«Wave in Gravity»
ETICHETTA
Pre
Bisognerebbe aggiornare al femminile – e in chiave musicale – il noto slogan «Italians do it better». Eh sì, perché oggi le italiane lo fanno meglio anche nel jazz. Valga come esempio il caso di Simona Premazzi, che ha lasciato la profonda provincia lombarda per trasferirsi a New York. Quarantotto anni, la pianista si può considerare un’anticipatrice alla nouvelle vague delle artiste che attualmente in America hanno fatto fortuna, come la sua giovane collega di strumento Margherita Fava e la violinista Ludovica Burtone. Simona, originaria di Busto Arsizio, vive nella Grande Mela dal 2005, vanta collaborazioni di alto livello (con Ari Hoenig, Melissa Aldana, Jeremy Pelt e Greg Osby, tanto per citare qualche nome) e ha all’attivo sei album da leader. Questo piano solo dimostra che è una musicista solida e preparata, originale e di classe. Sia quando affronta, sempre da una prospettiva insolita, gli standard del jazz (la ripresa di In the Still of the Night di Cole Porter e My Heart Stood Still di Rodgers e Hart lo testimoniano), sia quando propone le proprie composizioni (tutte di ottima qualità). Con approccio strutturalista sa poi esplorare sapientemente il contrappunto (G Minor Thing/Wachet Auf, dove c’è l’ombra cinese di Bach sullo sfondo) come pure smontare e rimontare brani rileggendo l’obliquo maestro per eccellenza del bop (Monk’s Mood) o il guru dell’avanguardia moderata Andrew Hill (Smoke Stack). Insomma, «Wave in Gravity» è un gran bel disco e anche un viatico eccellente per familiarizzare con la poetica di una improvvisatrice coi fiocchi.
Franchi
pubblicata sul numero di maggio 2023 di Musica Jazz
DISTRIBUTORE
simonapremazzi.com
FORMAZIONE
Simona Premazzi (p.).
DATA REGISTRAZIONE
New York, 10-12-21.