AUTORE
Bryan Ferry
TITOLO DEL DISCO
«Retrospective – Selected Recordings 1973-2023»
ETICHETTA
BMG
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Un ritratto dell’artista con tanto di sigaretta in mano. Un’immagine politicamente scorretta per questi tempi intossicati dall’ipocrisia e dalla cultura woke. Ma così è Bryan Ferry, che con il sontuoso e godurioso cofanetto «Retrospective. Selected Recordings 1973-2023» celebra l’invidiabile traguardo del mezzo secolo di carriera. Si tratta di una raccolta di classici registrati per Island Records, Polydor, Virgin, E.G. Records e BMG: in tutto cinque cd con ottantun canzoni (due delle quali inedite), più un libro di un centinaio di pagine con ampie note di copertina, foto e immagini rare e inedite. Oltre al cofanetto deluxe, esce anche una sintesi (doppio lp o cd singolo) contenente venti canzoni. E ci fa tornare in menti i gloriosi anni Settanta. Nei primi Roxy Music, band icona della compianta scena glam, lo scettro del comando era equamente diviso tra una coppia di artisti quasi omonimi: il frontman Bryan Ferry, appunto, e Brian Eno, geniale manipolatore di suoni che agiva di soppiatto, inventandosi il suono del futuro nascosto dietro la consolle. Con l’addio alla band del guru della ambient, il cromosoma Y ha avuto la prevalenza. E anche dopo lo scioglimento della formazione il cantautore dandy (sexy col cervello, copyright Carlo Maria Cella) ha proseguito lungo la sua strada, ritagliandosi il ruolo di raffinato e seducente voce della scena british, in equilibrio tra arti visive, rock, pop, moda e glamour. Nella versione sintetica (e decisamente più economica) di «Retrospective» a emergere è soprattutto il crooner, quello che gioca a rimpiattino con la nostalgia, il vintage e l’attrazione fatale per il rétro. A tal punto che – oltre alle hit come Slave to Love e Let’s Stick Together, e alle sempre stilose riletture di Bob Dylan – uno spazio significativo è dedicato alla ripresa di evergreens e standard, da These Foolish Things a Smoke Gets in Your Eyes (la prima, del 1973, era contenuta nell’omonimo debutto da solista del nostro; la seconda, dell’anno seguente, in «Another Time, Another Place»), da As Time Goes By (dall’album con lo stesso titolo, un omaggio agli anni Venti e Trenta e ai confidenziali del passato) fino alla ripresa in chiave electro-pop di Love Letters (r.s.v.p. Julie London). Insomma, ognuno ha il suo Viagra mentale: quello di Bryan Ferry è il jazz.
Ivo Franchi
DISTRIBUTORE
Universal
FORMAZIONE
Bryan Ferry (voc., strumenti vari), in molteplici formazioni.
DATA REGISTRAZIONE
Diverse località e diverse date.