Alexander Hawkins & Mirror Canon «Break A Vase»

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AUTORE Alexander Hawkins & Mirror Canon

TITOLO DEL DISCO

«Break A Vase» ETICHETTA Intakt
Dopo l’eccellente (e assai complesso) lavoro dello scorso anno, «Togetherness Music. For Sixteen Musicians», il pianista di Oxford torna a un assetto più compatto, varando una formazione nuova di zecca. Il suo trio con Charles e Davis si allarga così a comprendere tre innesti azzeccatissimi (i fiati di Hutchings, la chitarra di Fischer e le percussioni di Baker), che si rivelano fortemente generativi, dando luogo a una dimensione artistica che nasce adulta, compiuta, benché nuova. La musica di Hawkins si conferma fortemente strutturata, negli aspetti ideativi e nel fatto più propriamente compositivo, capace di riunire in un unico fascio molteplici fonti di ispirazione – musicali e non solo – e di giocare con la forma, destrutturando e ri-creando a piacimento. Di questa dimensione offre un deciso indizio la scelta della citazione della frase del premio Nobel Derek Walcott: «Rompi un vaso, e l’amore che ricompone i frammenti è più forte di quell’amore che dava per scontata la sua simmetria quando era intero», che ispira persino la copertina. Ma anche il riferimento al canone inverso che dà nome al sestetto è abbastanza eloquente, e il ricorso a metodi contrappuntistici offre la chiave di gran parte della musica presente nell’album, con due trii di fatto ricomposti «a specchio» e pronti a modularsi in corso d’opera in assetti diversi. Per questo, dicevamo, gli innesti si rivelano di importanza fondamentale, garantendo la creazione d’una musica sempre pulsante, viva e sorprendente, che pure ricca di una sua peculiare drammaturgia non risulta mai men che godibile, giovandosi di un andamento ritmico spesso selvaggio e irruento. Né gli aspetti più propriamente «intellettuali» della visione di Hawkins si fanno mai ostativi rispetto alla leggibilità dell’opera. Difficile estrapolare parti del disco – che rivela una formidabile coesione – per indicarle come superiori alle altre, ma Stamped Down Or Shovelled, Chaplin In Slow Motion e Stride Rhyme Gospel sembrano essere i brani più adatti ad descrivere il senso del disco. Di livello stratosferico la prestazione di ognuno dei sei, ma non c’è dubbio che quella dei tre componenti aggiunti colpisca in modo particolare l’attenzione, segnalando la nascita di un gruppo «europeo» di livello difficilmente eguagliabile. Disco che si pone con naturalezza al vertice della produzione di Hawkins, già rivelatosi maturo con il precedente sforzo orchestrale. Imperdibile. Cerini Pubblicata sul numero di febbraio 2022 di Musica Jazz

DISTRIBUTORE

Goodfellas FORMAZIONE
Shabaka Hutchings (ten., sop., fl.), Alexander Hawkins (p., sampler), Otto Fischer (chit. el.), Neil Charles (cb., b. el.), Stephen Davis (batt.), Richard Olatunde Baker (perc.). DATA REGISTRAZIONE
Oxfordshire, 27 e 28-7-21.
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