AUTORE
Jon Balke
TITOLO DEL DISCO
«Skrifum»
ETICHETTA
ECM
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Traguardi artistici e personali dal forte valore simbolico. Si avvia a festeggiare i primi settant’anni, Jon Balke (è nato il 7 giugno del 1955). E lo fa in modo austero e rigoroso, come è suo costume, firmando un lavoro essenziale, un distillato della sua arte per pianoforte solo. Uomo di poche parole, il musicista norvegese preferisce esprimersi attraverso i concerti, i dischi e il lavoro svolto con formazioni molto diverse tra loro: Batagraf e Magnetic North Orchestra, senza dimenticare il progetto etnico Siwan. Eppure un posto di rilievo nella poetica del nostro ce l’ha proprio il rapporto con lo strumento. Alla quarta prova discografica solitaria su ECM – dopo la trilogia cominciata nel 2007 con «Book of Velocities» (2007) e proseguita quindi con «Warp» (2016) e con «Discourses» (2020) – il tastierista norvegese dà alla luce un album che si può considerare la versione 2.0 di «Conversations with Myself», il celebre disco del 1963 in cui Bill Evans ricorreva alla tecnica dell’overdubbing registrando tre pianoforti sovrapposti, tutti quanti suonati da lui. Nel corso del tempo la tecnologia si evolve per cui il musicista nordico può far dialogare la propria tastiera con lo Spektrafon, strumento elettronico che lui stesso ha contribuito a sviluppare: il che gli permette di manipolare l’audio del piano mentre esegue un brano, estraendone particolari frequenze. Una sorta di riverbero controllato grazie al quale si ottengono risultati suggestivi e aperture inedite. Se già in «Warp» e in «Discourses» Balke riusciva a interagire con lo spazio sonoro (voci esterne, preparazione dello strumento, rumori elaborati elettronicamente: «riverberi e riflessi del mondo che vengono distorti», spiegava), qui riesce a realizzare tutto in tempo reale. Così è il «significante» del pianoforte che viene a trovarsi in prima linea: la diffusione di ogni singole nota nell’ambiente, il riverbero, l’eco, il silenzio e soprattutto il valore architettonico della musica. E il suo rapporto con lo strumento diventa astratto eppure al tempo stesso molto fisico. Un atteggiamento che fa pensare all’approccio di Paul Bley, il suo principale punto di riferimento: «Lui è il mio eroe», sottolinea Balke. E si sente.
Ivo Franchi
DISTRIBUTORE
Ducale
FORMAZIONE
Jon Balke (p., Spektrafon)
DATA REGISTRAZIONE
Copenaghen, novembre 2023.