L’attenzione che Jazz On The Road – il Festival bresciano organizzato dall’Associazione omonima – ha sempre dimostrato per i giovani talenti del jazz italiano, ci permette di gettare un nuovo ponte tra la rivista e l’attività concertistica nazionale. Infatti, dopo la lunga collaborazione con l’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti – prodotta dalla Fondazione Musica per Roma e diretta da Paolo Damiani – e con la SIAE, per l’assegnazione del Premio per i migliori nuovi talenti e per l’originale ricerca compositiva – da molti anni attribuito ai giovani vincitori del nostro poll annuale -, nella ventiduesima edizione del Festival (link al programma), sarà di scena, il 16 Luglio 2025, Matteo Paggi, miglior nuovo talento del 2024, già da tempo noto ai nostri lettori (link all’intervista). Il trombonista si esibirà con le sue Giraffe (Lorenzo Simoni, alto; Vittorio Solimene, pianoforte; Andrea Grossi, contrabbasso; Andrea Carta, batteria). Ne abbiamo parlato con Federico Buelli, Responsabile della Comunicazione di Jazz On The Road.
Federico, che cosa dire dell’attenzione particolare che il vostro Festival ha sempre prestato ai più giovani musicisti italiani? Abbiamo sempre avuto una vocazione molto chiara verso le nuove generazioni di musicisti. La nostra idea è quella di offrire un’opportunità concreta ai giovani talenti, di esprimersi e di confrontarsi con realtà artistiche diverse, grazie alla loro musica e alla loro visione creativa. Nel corso degli anni abbiamo creato condizioni ideali per la rappresentazione e la promozione dei musicisti emergenti, attraverso progetti specifici che li mettessero in relazione con professionisti affermati e con il pubblico. In questo modo, abbiamo non soltanto creato una vetrina, ma un vero e proprio laboratorio di crescita e scambio culturale, che ha contribuito e contribuisce a rinnovare e valorizzare la scena jazz.
È in atto una notevole e continua fioritura di giovani musicisti italiani, nell’ambito della musica creativa: cosa si potrebbe fare, secondo te, affinché questo talento non vada sprecato? È essenziale investire in spazi di esibizione e di confronto, oltre a promuovere progetti che mettano in relazione i giovani artisti con realtà nazionali, internazionali e con il pubblico. Sarò forse controtendenza, ma ritengo che, prima di investire in registrazioni in studio e nella produzione di video per i social media, i giovani musicisti debbano tornare ad ascoltare tanta musica dal vivo e a suonare per strada e nei live: è lì che si costruisce davvero il talento e si crea una connessione autentica con il pubblico. Sta a noi, come organizzatori, costruire queste opportunità di esibizione. Allo stesso tempo, è fondamentale incoraggiare una mentalità imprenditoriale che consenta ai musicisti di costruire carriere sostenibili. Solo attraverso un impegno coordinato tra festival, scuole e operatori culturali si potrà valorizzare appieno il potenziale creativo delle nuove generazioni.
Quali sono le prospettive di Jazz On The Road in questa direzione? Vogliamo essere un trampolino di lancio per chi, con talento e passione, rinnova e porta avanti la musica jazz. Quest’anno presentiamo con orgoglio il primo vincitore del Top Jazz giovani e, guardando al futuro, puntiamo a dedicare una sezione speciale ai talenti emergenti, inserendo stabilmente la loro musica nel programma del Festival in modo innovativo. Il nostro sguardo è fortemente rivolto al futuro: per restare rilevanti e vitali, è fondamentale riconoscere che il vero motore del cambiamento sono i musicisti talentuosi, che rinnovano la scena, e che solo offrendo loro concrete opportunità di espressione e crescita possiamo abbracciare e interpretare al meglio i profondi cambiamenti culturali e tecnologici in atto. Jazz On The Road aspira a un’evoluzione costante, puntando sull’innovazione e sul consolidamento del proprio ruolo come punto di riferimento dinamico, inclusivo e all’avanguardia nel panorama musicale italiano. In un contesto in cui le opportunità di investimento culturale nella musica jazz da parte delle istituzioni risultano ancora limitate, riteniamo essenziale che realtà indipendenti come la nostra continuino a essere voce attiva e motore di un cambiamento necessario.