JAZZ – Una storia in bianco e nero

Il viaggio fotografico di Stefano Galvani tra palchi, festival e volti che hanno segnato la storia del jazz italiano.

- Advertisement -

È uscito nei primi mesi del 2025 per Bonomi Editore JAZZ – Una storia in bianco e nero, il volume fotografico firmato da Stefano Galvani che racconta oltre vent’anni di scena jazz italiana con uno sguardo autentico, personale e profondamente umano. Il libro copre un arco temporale che va dalla metà degli anni ’80, quando Galvani muoveva i primi passi come fotoreporter musicale per Musica Jazz, fino al 2009, anno in cui si allontanò dai palchi e dagli studi di registrazione per una lunga pausa.

A unire i numerosi scatti raccolti in oltre 300 pagine è la scelta consapevole e coerente del bianco e nero, non solo cifra stilistica, ma vero e proprio strumento narrativo. Le immagini, private del colore, sembrano sottratte al tempo: vibrano di vita, ma conservano una qualità senza tempo che le rende ancora oggi straordinariamente attuali.

Sfogliando il volume si ha la sensazione di poter rivivere, quasi in punta di piedi, i momenti irripetibili dei principali festival italiani (da Umbria Jazz ad Aperitivo in Concerto, da Atina Jazz a Pompei Jazz) osservati attraverso l’occhio attento e mai invadente di Galvani. Accanto agli scatti più “puliti”, trovano spazio anche fotografie più grezze e istintive, che contribuiscono a conferire al libro un carattere artigianale, sincero e lontano da ogni manierismo. Un approccio documentaristico raro, che restituisce l’atmosfera reale di quegli anni.

Franco Cerri e Stefano Galvani
Franco Cerri e Stefano Galvani

Il vero valore aggiunto del volume risiede però nella capacità di Galvani di entrare in empatia con i musicisti che ritrae. Alcuni scatti, come quelli intensissimi di Tony Scott a Pavia o di Elvin Jones ad Atina, restano impressi nella memoria per la loro forza evocativa. Non sono semplici ritratti: sono incontri, momenti di scambio emotivo fissati per sempre su pellicola.

Ad arricchire ulteriormente l’opera è una lunga intervista fatta dal critico Luigi Onori, in cui Galvani ripercorre le storie dietro le fotografie, offrendo dettagli preziosi per comprendere il contesto e l’intento di ciascuno scatto. Un viaggio parallelo che permette al lettore di immergersi ancora più a fondo nella sua visione del jazz e della fotografia.

Dopo anni di assenza dal mondo del jazz dal vivo, Stefano Galvani è tornato in scena come Direttore Artistico del Caffè Soho di Milano, e ha ripreso con entusiasmo anche la propria attività fotografica, documentando con sensibilità e precisione la nuova scena jazzistica milanese. Una testimonianza coerente con lo spirito che anima questo volume: rivivere e custodire, attraverso l’obiettivo, momenti unici della storia del nostro jazz.

- Advertisement -

Iscriviti alla nostra newsletter

Iscriviti subito alla nostra newsletter per ricevere le ultime notizie sul JAZZ internazionale

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali (ai sensi dell'art. 7 del GDPR 2016/679 e della normativa nazionale vigente).

Articoli correlati

Dado Moroni: un uomo in swing

Dado Moroni è uno dei nostri pianisti jazz più rappresentativi. È dotato di un senso dello swing che lo avvicina ai grandi pianisti afro-americani,...

Torino Jazz Festival 2025 – Prima Parte

Stando così le cose, questo potrebbe essere il mio ultimo pezzo scritto qui. E non a causa di ristrutturazioni editoriali e nemmeno di personali...

Bergamo Jazz Festival 2025 “Sounds of Joy” – Parte 2

Sabato 22 marzo – Day 3 Siamo al giro di boa del festival e per il momento il bilancio è più che positivo ma abbiamo...