Monday Orchestra “Far East Suite”, ” Auditorium parco della luce, Monte Rosa 91, Milano, 20 settembre 2025

Il report del concerto della Monday Orchestra del 20 settembre.

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Quasi vent’anni di attività hanno fatto della milanese Monday Orchestra una delle formazioni più riconoscibili nel panorama delle big band italiane dedite alla rilettura e reinterpretazione del repertorio jazzistico. Merito del direttore Luca Missiti, che, a partire dal 2006, ha costituito un ensemble di professionisti di lungo corso capaci di affrontare con autorevolezza l’intero arco della storia orchestrale jazz, dal periodo del Cotton Club ai linguaggi contemporanei.

Fabrizio Bosso, Monday Orchestra
Foto di Roberto Priolo

Il concerto dello scorso 20 settembre a Milano, all’auditorium parco della luce, nel complesso Monte Rosa 91 firmato da Renzo Piano, con Fabrizio Bosso ospite solista dell’orchestra, ha proposto un programma interamente ellingtoniano negli arrangiamenti originali: la “Far East Suite” del 1967 in versione integrale, tre movimenti dalla suite “Such Sweet Thunder” del 1957 dedicata a personaggi shakespeariani e, come bis, Portrait of Louis Armstrong tratta dalla “New Orleans Suite” del 1970. La scelta non è casuale: Ellington rappresenta uno dei territori più frequentati dalla Monday Orchestra ed è un repertorio su cui Missiti ha affinato nel tempo una lettura matura e personale.

La “Far East Suite”, ultima collaborazione tra Duke Ellington e Billy Strayhorn prima della scomparsa di quest’ultimo nel maggio ’67, nasce dal tour che l’orchestra ellingtoniana intraprese nel 1963 attraverso Medio Oriente e Asia: un viaggio interrotto tragicamente ad Ankara dalla notizia dell’assassinio di JF Kennedy. Da quelle impressioni sonore e culturali nascono le nove composizioni della suite, ciascuna dedicata a luoghi e atmosfere specifiche: da Isfahan, omaggio alla città persiana, a Bluebird of Delhi, da Agra a Ad Lib on Nippon, unico riferimento al Giappone e unico paese dell’estremo Oriente visitato dall’orchestra l’anno successivo.

Luca Missiti, Fabrizio Bosso, Monday Orchestra
Foto di Roberto Priolo

Le composizioni presentano scritture complesse che alternano episodi solisti a dense tessiture d’insieme in cui Ellington sperimenta scale modali e sonorità orientaleggianti filtrate attraverso il linguaggio swing. Missiti ha saputo gestire con lucidità i passaggi più complessi e articolati, dai contrappunti di Mount Harissa alle sovrapposizioni timbriche di Ad Lib on Nippon, ottenendo un suono d’orchestra omogeneo e flessibile, sia pur con qualche imprecisione esecutiva ma mai a scapito della brillantezza e delle tante sfumature dinamiche, ben messe in evidenza e dando il giusto spazio agli eccellenti interventi solistici.

Protagonista della serata, in veste di solista ospite, Fabrizio Bosso, da anni presenza fissa nelle collaborazioni con la Monday Orchestra. Il trombettista torinese, in stato di grazia, ha firmato interventi memorabili alternando lirismo ed energia con quella naturalezza che contraddistingue i grandi interpreti. Il suo suono inconfondibile, centrato, corposo e cantabile, ha trovato nel tessuto orchestrale ellingtoniano la cornice ideale per dispiegare inventiva inesauribile, radicata nella tradizione ma mai retorica.

Foto di Roberto Priolo

Tra le sezioni dell’orchestra particolare menzione per Marco Vaggi al contrabbasso, pilastro ritmico capace di sostenere e colorare con grande intelligenza musicale, Giancarlo Porro, impegnato al sax tenore e, soprattutto, al clarinetto, in parti solistiche complesse, Giulio Visibell, nel difficile compito di interpretare il ruolo che fu di Johnny Hodges, e Daniele Moretto e Alessandro Bottachiari, rispettivamente nel ruolo di prima e seconda tromba, protagonisti di brillanti assoli.

Serata più che convincente, che ribadisce come la Monday Orchestra sappia affrontare con disinvoltura in repertori molto diversi e a trovare il punto di equilibrio tra fedeltà filologica e freschezza esecutiva.

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