Silvia Bolognesi Jungle Duke a Firenze

La contrabbassista toscana si è esibita al club Pinocchio di Firenze l'8 marzo.

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La contrabbassista Silvia Bolognesi è sempre più autorevole. Lo è tanto nella messa a punto di un nuovo repertorio dove si confronta con la musica di Duke Ellington, quanto nella direzione del suo ensemble, un settetto che guida con sicurezza, a cui fornisce un sostegno ritmico costante, solido e avvolgente. Per l’omaggio a Ellington la Bolognesi ha guardato al suo periodo “jungle”, la fase in cui la musica risultava stupefacente, senza precedenti, con un’inedita combinazione sonora. Ellington elaborava il primo jazz, il blues e ancestrali echi africani creando una sorta di “Great Black Music” ante litteram, l’ambito espressivo ideale e preferito dalla Bolognesi. In questa dimensione per la contrabbassista è  stato facile collegare il mondo sonoro di Ellington a un altro dei suoi eroi, Charles Mingus, la cui ispirazione risaltava nella tensione narrativa e nelle dinamiche veloci degli insieme del settetto. E così il viaggio ha preso le mosse dal tema di The Mooche, è passato per classici quali Creole Love Call, Black and Tan Fantasy, East St. Louis Toodle-Oo, e ha incluso temi più recenti come Such Sweet Thunder.

Foto di Annamaria Lucchetti

I sei musicisti del gruppo hanno contribuito con adesione: il trombonista Tony Cattano e il violinista Emanuele Parrini sono da tempo partner della Bolognesi e condividono la sua visione, il sassofonista di Chicago Nick Mazzarella con i suoi assoli guizzanti ha dato un’impronta più contemporanea all’operazione, mentre i giovani Emanuele Marsico alla tromba, Guglielmo Santimone al pianoforte, Sergio Bolognesi alla batteria hanno mostrato già gran talento e illustrato l’abilità della contrabbassista anche come didatta e talent scout. La proposta musicale è stata ricca e  ha offerto tanti momenti diversi, nella rilettura quasi filologica della sonorità growl di Joe “Tricky Sam” Nanton al trombone da parte di Tony Cattano, nell’evocazione di Ray Nance per Parrini, poi sempre più originale al violino nei suoi pizzicato. Alla musica, come accade anche nel nuovo cd «Jungle Duke» (Caligola Records), si sovrapponevano frammenti d’interviste con la voce di Ellington che ha interagito con la nuova interpretazione della sua musica. Il concerto al Club Pinocchio di Firenze ha offerto due set molto applauditi, fino al bis finale con uno dei brani più trascinanti di Ellington, Limbo Jazz, incisa nel 1962 in una memorabile seduta con Coleman Hawkins.
Giuseppe Vigna

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