Olivia e Nik, il piacere del dialogo

di Lorenza Maria Cattadori

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Lo scorso 5 maggio è uscito Dialogue’s Delight, il lavoro in duo della compositrice, pianista e cantante Olivia Trummer insieme al batterista Nicola Angelucci, con la partecipazione del fisarmonicista Luciano Biondini. Riportiamo qui un frammento dell’intervista che sarà pubblicata integralmente sul numero di giugno della rivista.

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Olivia, che scrive musica e compie percorsi immensi. Olivia che viaggia davvero, incontra musicisti che riescono a dare compiutezza alle sue partiture e magari ai sogni da perseguire. Olivia che si ferma, almeno geograficamente, mentre la sua creatività vola.
È uscito il 5 maggio, reso ancor più pregnante da un concerto di successo all’Auditorium Parco Della Musica di Roma la sera stessa, Dialogue’s Delight, ossia il lavoro della musicista tedesca Olivia Trummer in duo insieme al batterista Nicola Angelucci, con incursioni di pura poesia a cura del fisarmonicista Luciano Biondini. Ho avuto il privilegio e il piacere di dialogare con loro – per restare semanticamente aderenti al tema del disco – e questo è il risultato di un’armoniosa conversazione.(…)

Dialogue’s Delight  è un disco in duo e Olivia Trummer aveva già sperimentato in passato questo genere di formazione insieme a vari strumentisti con cui agire sulla melodia: mi sono chiesta come fosse lavorare con un ricamo di batteria, con una ritmica, ed entrambi sorridono e si scambiano uno sguardo. “È vero” – sostiene Olivia – “ho sempre amato la formazione in duo, perché mi sembra un incontro maggiormente diretto, spontaneo e rispetto ad altri tipi di formazione è una situazione molto caratterizzata, ovvero due solisti che si incontrano. È un genere speciale  di ensemble: io ho suonato con vibrafonisti, con flautisti e ora con una batteria ed è per me un momento estremamente piacevole perché siamo due teste e, nella mia configurazione di pianoforte e voce, lavorare con la batteria è bellissimo perché mi crea non solo uno spazio ritmicamente, ma anche suoni che si dipanano per farmi ‘camminare’, per permettermi di procedere.“ Una sorta di paesaggio da evocare e raggiungere, insomma. “Esatto. Per me non conta solo lo strumento, ma particolarmente nella forma-duo è proprio suonare con la persona, trovare una modalità espressiva comune e spesso si è così vicini e connessi che ci piace scherzare, divertirci e siamo sempre molto aperti: non c’è separazione, non c’è esitazione, ma direi che sia più una conversazione sia con Nicola che con la sua batteria.”

La cover di questo lavoro mi incuriosisce parecchio, ma ritengo sia coerente con quanto mi ha appena raccontato Olivia rispetto a questa piacevolezza d’intenti, agli scherzi e ai sorrisi. “Bellissimi disegni” osservo. “Chissà se sia un modo di rappresentarvi e ci sia molto di voi in quest’illustrazione…”. “Sono belli vero?”, incalza Nicola Angelucci. “Qualcosa di noi? Forse o molto probabilmente sì: sono di Cecilia Valli, una bravissima artista che ha avuto quest’intuizione.” Aggiunge Olivia che, a essere onesti, il disco era stato concepito per essere una piccola produzione, molto semplice, e quando l’album era pronto per uscire aveva optato insieme alla sua manager per una grafica leggera e semplice; però  entrambe non erano completamente  soddisfatte e a un certo punto si sono dette: “Suvvia, questo album è talmente speciale che possiamo sicuramente apportare un’artwork adatto”. Qualcosa di meno ECM Style, insomma. “Sì, infatti: volevamo che tutto fosse speciale e avendo conosciuto il lavoro di Cecilia, che mi è immediatamente entrato nel cuore, ho voluto che fosse lei a disegnare la copertina: ho deciso di dare questo compito nelle sue mani senza immaginare cosa ne sarebbe scaturito.”
In effetti è indovinatissimo, dolce ma intenso proprio come la vostra musica: in questo modo uno sa già che sorriderà, si commuoverà, sarà divertito, si aprirà al mondo e al vostro suono… Si potrebbe dire che sia proprio il biglietto da visita esatto.  “Sì, è davvero così e ne siamo veramente soddisfatti.” (…)

(L’intera intervista sarà pubblicata sul numero di giugno di Musica Jazz)