Lou Reed è morto da undici anni ma non è stato dimenticato, e nessuno ha intenzione di farlo. Laurie Anderson, la vedova, si sta piuttosto prodigando per mantenere al meglio le opere già note e per far conoscere pagine segrete rimaste negli archivi. Un paio d’anni fa era uscita una interessantissima raccolta, «Words & Music», dove si illuminava il buio luogo in cui erano nate canzoni come Heroin, I’m Waiting for the Man, Pale Blue Eyes; provini del maggio 1965, due anni prima di quando il mondo avrebbe conosciuto quel geniale tormentato storyteller e la band nata intorno alle idee sue e di John Cale, i Velvet Underground. Ora i responsabili dei Lou Reed Archives tornano su quelle piste giovanili con un cd («Why Don’t You Smile Now», Light in the Attic) che si spinge ancora più indietro, al lavoro del giovane Lewis come autore, cantante e chitarrista per un […]
Infanzia Pop di Lou Reed
Un viaggio nei bassifondi discografici in compagnia di un insospettabile artista
