Khulu, Monthy e io bevevamo allo shebeen di Shirley Scott. Era il nome che davano alle birrerie dove si suonava solo jazz. Era una maniera per tenere lontani i cafoni delle townships, che preferivano la mbaqanga e consideravano il jazz una musica per gente altolocata a cui piaceva porsi al di sopra della gente comune, quelli delle townships». Così scriveva Mbulelo Vizikhungo Mzamane, un autorevole professore e poeta sudafricano, in «The Children of Soweto» un romanzo pubblicato nel 1982 e che parla delle rivolte degli studenti di Soweto (un’area urbana di Johannesburg e la più grande township di tutto il Sudafrica) che si opposero al metodo di insegnamento che gli Afrikaans (i bianchi discendenti dagli olandesi che per primi avevano colonizzato il Sudafrica) imponevano nelle scuole. Un libro importante per rendersi conto non solo delle tensioni sociali che da sempre affliggono una delle terre più belle del mondo ma anche […]

Townships: Sulle vie della musica, della grazia e dell’orrore
Breve excursus senza pretese di completezza, diciamo più una serie di appunti, sulla lunga e tormentata vicenda delle mille musiche che hanno animato il Sudafrica