Come era accaduto ad altre grandi voci cresciute a Chicago (vengono subito in mente Nat King Cole e Lou Rawls), Bill Henderson dovette trasferirsi a ovest per cercare di consolidare la sua fama. Hollywood tuttavia, individuando il suo potenziale di succinto caratterista, finì per monopolizzarne i talenti, e per molti anni il pubblico ha avuto più familiarità con la sua recitazione finemente essenziale e leggermente ironica, sostenuta dal calore e dalla rotondità di un baritono inconfondibile, dai margini appena nasali, che con il suo modo del tutto originale di trattare e illuminare una canzone. Dagli anni Settanta (quando è stato frequente presenza televisiva, specie in sitcom nere come The Bill Cosby Show, Sanford & Son, The Jeffersons e Good Times) e in particolare negli Ottanta e Novanta, Henderson ha recitato con disinvoltura e naturalezza in parti non cantanti per film di notevole risonanza come il brutale Murphy’s Law di J. […]
Questo è un contenuto premium!
Abbonati! Se sei già abbonato accedi con la tua user e password!