Parigi 1957, novembre inoltrato. Le riprese di Ascensore per il patibolo sono terminate da due settimane circa. In piena post-produzione, il regista debuttante Louis Malle, ex aiuto di Robert Bresson ammiratore di Hitchcock, è torturato da un dubbio. Non sa su quale «colonna» appoggiare il film. A soccorrerlo sarà Boris Vian, noto scrittore paroliere drammaturgo fanatico jazzofilo, nonché direttore artistico del Club Saint Germain dove si esibiscono i migliori nomi della prediletta musica d’oltreoceano. In quel periodo la guest star è Miles Davis, il trombettista stracarico di premi già popolare sia in America che in Europa. Vian suggerisce perché non coinvolgerlo? L’incontro tra il cineasta e il Talento sembra però deludente. Il secondo tentenna. Non ha mai affrontato una colonna sonora, non ha con sé i collaboratori abituali. Ma il filmmaker venticinquenne (dirà ero pazzo per il jazz) insiste. E’ convinto che l’astro americano possa fornire un contributo determinante. E […]

Miles Davis. Lei: “Ti amo, ti amo, dobbiamo farlo…”
Miles Davis vede la pellicola soltanto due volte. Fa domande su trama e personaggi. Finchè, in una serata libera dai concerti, invade uno studio sugli Champs-Elysées