L’annunciata ricostituzione del gruppo Shakti, in occasione dei suoi cinquanta anni dall’esordio, celebrati per mezzo di un nuovo tour mondiale a partire dall’India, offre l’occasione per una riflessione di riepilogo – senza alcuna pretesa di completezza, e del tutto incidentale – sulla forte e duratura influenza esercitata dall’India sul chitarrista di Doncaster, ennesimo (e di certo infinitesimo) aspetto dell’inestricabile groviglio di relazioni culturali tra il Regno Unito e i suoi ex possedimenti orientali. Ma, insieme, questo breve excursus può consentire anche notazioni ulteriori, a margine, riaprendo punti di osservazione su una commistione amplissima e tutt’altro che «nuova», dapprima nel jazz, poi nell’ampio catino «popular», e che oggi – nell’esplosione finale di un melting pot che spesso ci siamo limitati a raccontare (o a sentir raccontare), mentre ora esso si impone -, emerge come realtà viva nell’attività pienamente integrata di molti musicisti, quali ad esempio Vijay Iyer, Rudresh Mahanthappa, Rez Abbasi, […]

John McLaughlin: la mia India
Una riflessione riepilogativa – senza alcuna pretesa di completezza, e del tutto incidentale – a proposito della forte e duratura influenza esercitata dall’India sul chitarrista inglese