«…Avevo incontrato una cantante giovane e bella che si chiamava Betty Mabry, la cui foto è sulla copertina di “Filles de Kilimanjaro”. Avevo fatto anche un pezzo lì sopra che prendeva il nome di lei: Mademoiselle Mabry. (…) Betty influenzò molto la mia vita personale, così come quella musicale. Mi fece apprezzare la musica di Jimi Hendrix, mi presentò a lui e a un mucchio di altri musicisti di rock nero. Conosceva Sly Stone e tutti questi tizi e anche lei era grande. Se Betty cantasse oggi sarebbe qualcosa tipo Madonna; del genere di Prince, solo donna. (…) Era semplicemente più avanti del suo tempo». Più avanti nel testo il giudizio muta: «troppo giovane e selvaggia», «…una donna di strada, una del rock…lasciva, sensuale», «una groupie di gran classe». Quando Miles Davis scriveva queste parole nella sua autobiografia di fine anni Ottanta, la cantante aveva lasciato da tempo sia il […]

Betty Davis Mabry: molto più che la musa di Miles
Betty Mabry Davis (1944-2022) è stata una figura complessa e innovativa, il cui ruolo certo non si esaurisce all’ombra del celebre trombettista: fu allo stesso tempo cantante, autrice, produttrice e performer, come mai era successo alle cantanti afro-americane