Cento anni di Jaki Byard

Nel centenario della nascita del pianista del Massachussetts, grande e trascurato genio della storia del jazz, rivisitiamo la sua lunga e insolita carriera, da lui condotta in maniera scientificamente «laterale» e tenendosi sempre lontano dalle convenzioni e dalla banalità

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«Il jazz, nel mio linguaggio, è una parola di quattro lettere: L-O-V-E. Charles Mingus è uno di quelli che mi hanno insegnato a pronunciarla». Conclude così Jaki Byard le note di copertina di «Portrait», ristampa Prestige del 1980 di due album di Mingus e sulla cui cover, proprio sotto il nome del Barone, compaiono il suo e quello di Eric Dolphy (il resto della storica formazione è citato sul retro). Si tornerà sull’importanza di questo punto perché è un segno capace di raccontare, assai più di quanto si possa immaginare, il ruolo di Byard nella musica di Mingus, ma più in generale nella creazione di un suono nuovo, costruito sulle radici e spinto in forme di inatteso espressionismo. Quello che, invece, balza subito agli occhi è il suo riferimento alla parola «amore» legata al jazz: è una sorta di cristallo diafano e iridescente quello che il pianista doveva possedere come […]

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