Contro il biografismo Le analisi psicologiche dei grandi artisti si collocano sempre lungo un crinale che separa, in una maniera piuttosto incerta, la possibilità di approfondire la comprensione delle loro opere dalla fatuità di un biografismo sterile e perfino sviante. Lo stesso Freud, che pure non oppose una particolare resistenza alla necessità di occuparsi di arte, pose una grande attenzione nel compito di studiare i grandi creatori sottolineando che il problema della forma, dello stile, rappresentava – e ha continuato a farlo – un ambito oscuro per la psicoanalisi (1). Il punto cruciale è proprio in questo: il discorso psicoanalitico sulla creazione artistica trova il suo sentiero naturale fra i contenuti utilizzati dall’autore, più facilmente riconducibili a una grammatica simbolica governata dalle prime esperienze infantili, mentre rischia di incepparsi quando sconfina nel terreno delle forme, che ricadono sotto il controllo di processi culturali non direttamente riducibili alla storia individuale. Una […]
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