Stomu Yamash’ta: da ragazzo prodigio a talento smarrito

Musicista poliedrico, in grado di passare con disinvoltura dalla contemporanea al jazz, il percussionista giapponese è finito vittima di una intensa ma breve popolarità

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Non è raro imbattersi nelle vicende di musicisti poliedrici e virtuosi che irrompono prepotentemente sulla scena riscuotendo consenso da più parti per poi eclissarsi gradualmente, o comunque sottrarsi all’attenzione dei mass media e del pubblico. È sicuramente il caso del percussionista giapponese Stomu Yamash’ta (all’anagrafe Tsutomu Yamashita, Kyoto, 1947), che negli anni Settanta si guadagnò una certa fama anche presso gli appassionati di jazz-rock e progressive. Già da adolescente Yamash’ta aveva rivelato un talento prodigioso, tanto da segnalarsi a soli sedici anni come solista della Kyoto Asahi Philharmonic Orchestra diretta dal padre nell’esecuzione del Concerto pour marimba, vibraphone et orchestre op. 278 di Darius Milhaud, il che attirò anche l’interesse del compositore armeno-georgiano Aram Chačaturjan. Nel 1964 Yamash’ta colse la sua grande occasione. L’incontro con il timpanista Saul Goodman, dopo un concerto della New York Philharmonic Orchestra a Kyoto, lo stimolò a trasferirsi a New York di lì a poco […]

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