Sesta edizione per il festival diretto da Matti Nives, che offre l’opportunità di conoscere una scena musicale ricca di forti personalità artistiche e nuovi fermenti. We Jazz 2018 ha presentato negli otto giorni della sua durata una panoramica della scena europea più creativa, con aperture anche agli USA.
Il G Livelab è un accogliente spazio che ha ospitato l’Ilmiliekki Quartet (Verneri Pohjola, Tuomo Prättälä, Antti Lötjönen e Olavi Lohuivuori), uno dei gruppi europei più interessanti. Fondato nel 2002, con un disco in uscita per l’etichetta collegata al festival, il quartetto ha mostrato equilibrio, limpidezza, interazione, cura delle dinamiche, con composizioni originali che lasciavano spazio ad assolo di qualità. A seguire, Enemy, trio composto dal contrabbassista svedese Frans Petter Eldh e dai britannici Kit Downes e James Maddren. Con all’attivo un disco per la Edition Records, i tre hanno basato il loro set sull’esecuzione di alcuni brani del loro recente album freschi e coinvolgenti.
L’auditorium Kattilahalli ha accolto il set del trio del pianista Aki Rissanen, con Anti Lötjönen e Teppo Mäkynen. Un gruppo talentuoso, affermato sulla scena internazionale, che ha convinto grazie all’affiatamento, all’elevata perizia tecnica, e a un repertorio che omaggiava grandi compositori come Ligeti e Gesualdo, con rifacimenti efficaci.
Dalindèo celebrates Komeda era un concerto multimediale del gruppo capitanato dal chitarrista Valtteri Laurell Pöyönen. Una dozzina di brani del compositore polacco eseguiti durante la proiezione di un documentario che ripercorreva la carriera artistica del compositore. Le splendide musiche di Komeda, riarrangiate con estrema cura, in alcuni brani ospitavano la voce soul della cantante Emose.
Lo storico quintetto del noto sassofonista Timo Lassy, con Georgios Kontrafouris, Lötjönen, Mäkynen e Abdisa Assefa ha proposto un entusiasmante soul jazz, godibilissime composizioni originali e uno stile solistico radicato nell’hardbop, agile e determinato, lucidissimo e travolgente.
L’ultima serata è iniziata nei locali della galleria Helsinki Contemporary che ha ospitato il Bowman Trio (Tomi Nikku, Joonas Tuuri e Sami Nummela). I giovani – tutti non ancora trentenni – hanno fornito una prestazione maiuscola, mostrando chiarezza di idee e propositi musicali encomiabili. La nota sala cinematografica Andorra ha ospitato il concerto finale del festival, la sonorizzazione dal vivo del film Animal Image, affidata a Verneri Pohjola e Mika Kallio. Il documentario diretto da Perttu Saksa, girato in uno splendido bianco e nero in paesaggi di rara bellezza tratta delle relazioni tra uomini, natura e animali. Affiatatissimi, Pohjola e Kallio hanno agito in assoluta empatia, fornendo alle suggestive immagini del film il commento sonoro più appropriato, condotto con una spiccata sapienza improvvisativa.
Ottima conclusione per un festival che si distingue nel panorama europeo per entusiasmo e chiarezza di idee, premiato dalla presenza di un folto pubblico preparato e intergenerazionale.
Vincenzo Fugaldi