«THIRD». INTERVISTA A CETTINA DONATO

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«Third» (Blue Art) è il nuovo disco della pianista e compositrice siciliana Cettina Donato. Ne parliamo con lei.

Cettina scrivi nel booklet di «Third»: «I sogni si avverano, bisogna soltanto crederci veramente». Qual è il tuo sogno che si è avverato e quale quello che si avvererà?

Il motivo per cui ho inserito la frase di cui parli è stata intesa da me come uno stimolo rivolto a tutte quelle persone che non hanno fiducia in se stesse. I sogni si avverano se ci credi veramente. Per quanto riguarda i miei sogni, ce ne sono diversi che si sono avverati. I sogni non sono uguali per tutti e alcuni sogni che possono essere importanti per una persona per altre, invece, non hanno alcuna rilevanza. Per quanto riguarda invece i sogni che si avvereranno in futuro, per adesso li tengo per me.

Quintetto, orchestra, quartetto. Quale di queste soluzioni, alla fine, preferisci?

Senz’altro l’orchestra sinfonica e trio/quartetto jazz oppure big band con sezione di archi (come in Crescendo). Se poi le composizioni sono originali è il massimo.

Sei siciliana e hai voluto fare un disco con tre pugliesi, registrato in Puglia. Cosa ti lega a questa regione?

E’ successo tutto per caso. Avrei dovuto registrare il disco negli Stati Uniti. Sono stata nel frattempo in Puglia per lavoro ed ho conosciuto Vito, Mimmo e Vincenzo. Dopo aver condiviso due settimane di concerti insieme in cui loro tre suonavano ed io invece li dirigevo (in occasione della mia collaborazione con l’orchestra sinfonica della Provincia di Bari), parlandone con loro decidemmo insieme di creare una collaborazione, dalla quale è venuto fuori poi il disco.

In più di una circostanza hai utilizzato una struttura molto vicina alla suite, così in Gio’, Apulia, Pentatrio, creando diverse sostituzioni ritmiche e delle particolari costruzioni armoniche anche circolari. Queste composizioni sono nate così articolate o le hai riviste nel corso del tempo?

Sono nate proprio così, come si ascoltano. Infatti, secondo me, non sono arrangiate. Sono eseguite proprio come le ho composte all’origine.

Ci sono elementi di modern mainstream statunitense, ma anche forti accenti nord europei. Cosa (o chi) ha influenzato il  tuo linguaggio musicale?

Credo che tutte le esperienze che facciamo si avvertono con la musica che componiamo e che suoniamo. Sicuramente il mio linguaggio musicale e’ stato molto influenzato dalla musica classica che ho studiato da quando ero una bambina e poi da tutta la musica che ho sempre ascoltato, dalla musica per film al jazz, rock, etc.  Dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei…

A tuo avviso, la tecnica e l’uso del pianoforte sta percorrendo la strada in avanti o sta guardando più al suo passato?

Secondo non farebbe male a fare ambedue le cose.

Da batterista a pianista il passo è veramente così breve?

Dire che sono una batterista è un’esagerazione! Da bambina il mio primo approccio alla musica è stato con le percussioni, ma questo non fa di me una batterista. Tuttavia considero il pianoforte come uno strumento a percussione: il pianoforte è uno strumento a percussione.

Come pianista hai iniziato con la musica classica. Quando e chi o cosa ti ha portato al jazz?

Ascoltavo jazz e mi piaceva molto. Poco dopo aver conseguito il diploma di pianoforte classico (nel 1999) ho conosciuto Salvatore Bonafede e ho voluto studiare pianoforte jazz con lui.

Tu presti molta attenzione alle tue composizioni. Ti senti più un’esecutrice, una pianista o una compositrice?

Se dovessi scegliere una di queste tre mansioni probabilmente sceglierei l’ultima. Ma sono anche una pianista. Mi sembra che sia riuscita a trovare una giusta soluzione.

Tra le tue tante collaborazioni, quale ti ha fatto segnare una svolta?

Tutte le collaborazioni sono importanti. Sicuramente la laurea al Berklee College è stata un’ ottima occasione di incontro con musicisti tra i più interessanti del panorama newyorkese e bostoniano.

Cosa è scritto nell’agenda di Cettina Donato?

Se ti dico che non ho un’agenda, mi credi? In agenda non c’è scritto nulla. Tuttavia, ci sono tante belle esperienze che stanno per arrivare.

Alceste Ayroldi