TAI Fest #4 – Milano – Residence Sociale Aldo Dice 26×1 – 24 novembre 2018

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Durante lo scorso week end si è svolta la quarta edizione del TAI Fest presso la nuova sede del residence sociale Aldo Dice 26X1 (il messaggio in codice trasmesso tra partigiani per dare il via alla Resistenza). Ventitrè musicisti hanno risposto all’invito dell’organizzatore dell’evento, il bassista Roberto Del Piano, fondatore del movimento TAI, un collettivo completamente dedito alla ricerca e della sperimentazione audiovisiva. Le due serate si sono articolate in 16 set da 20 minuti ciascuno.

La seconda serata, aperta dal set Locatelli/Prati/Calcagnile/Testa, è continuata con un doppio duo: Filippo Monico insieme a Riccardo Luppi e Guido Mazzon con Roberto Del Piano. La session Ricci/Locatelli/Contini/Prati/E.Del Piano ha ripreso le atmosfere magmatiche del primo set, in un omaggio dichiarato a Steve Lacy, uno dei capiscuola della libera improvvisazione. Successivamente è salito sul palco il trio del contrabbassista Andrea Grossi, il più giovane della famiglia TAI, che per l’occasione ha voluto con sé altri due talenti della nuova generazione: Simone Quatrana alle tastiere e Cristiano Calcagnile, una delle figure di riferimento per la batteria d’avanguardia in Europa. Con una formazione inusuale nell’ambito della “Spontaneous Composition”, il trio ha regalato una performance a tratti fremente e a tratti onirica, in un universo sonoro in cui regna la perfetta parità dei ruoli tra gli interpreti.

Ricci/Locatelli/Contini/Prati/E.Del Piano
Edoardo Ricci e Angelo Contini
Enrico Del Piano e Giancarlo Nino Locatelli
Grossi/Quatrana/Calcagnile

Il sesto episodio della serata vedeva la reunion dei Takla Makan, uno dei gruppi storici dell’improvvisazione italiana, costituitosi nel 1993 durante un seminario tenuto a Lecco da Barre Phillips. Takla Makan è il diciottesimo deserto più esteso al mondo e il suo nome indica un luogo senza ritorno, come, a detta di Falascone, è la musica improvvisata per i suoi esecutori. Il fitto dialogo alimentato dal sassofono di Falascone e dal clarinetto basso di Giancarlo Nino Locatelli era supportato dall’accompagnamento dell’istrionico Filippo Monico alla batteria (con l’ausilio di una vecchia caffettiera) e dalle immagini proiettate sul fondale da Gianluca Lo Presti, a testimoniare ancora una una ricerca svolta a 360° dalle formazioni TAI.

Dopo il set a sorpresa del giorno precedente, Pat Moonchy è tornata sul palco supportata dall’oboe di Mario Arcari e dal contrabbasso di Andrea Grossi, in un meeting del tutto inedito. In questa occasione la Moonchy ha abbandonato l’uso dei piccoli strumenti a percussione di cui si serviva in passato per dedicarsi completamente all’uso della voce, modulata attraverso loop e riverberi dal tecnico del suono. Particolarmente riuscita la combinazione oboe – voce, entrambi esplorati essenzialmente nelle rispettive tonalità più acute.

Arcari/Grossi/Moonchy
Andrea Grossi e Pat Moonchy

Il pezzo più atteso era sicuramente il brano finale che vedeva la ricomposizione dello storico “Gruppo Contemporaneo” con la partecipazione di tutti i membri originali, fatta eccezione per il compianto Stefano Bartolini, a cui era dedicato tutto il festival (sostituito per l’occasione da Riccardo Luppi). La performance prevedeva la rilettura di alcune delle partiture originali che Misha Mengelberg donò a Guido Mazzon alla fine degli anni Settanta, eseguite dal Gruppo Contemporaneo insieme ad alcuni danzatori nel periodo appena successivo alla pubblicazione di Aspettando i Dinosauri (Bull Records, 1985). Il brano prescelto era un valzer dall’andamento incalzante e ironico, arricchito da brevi incursioni dei solisti, con uno stile molto vicino al Lol Coxhill di Cafè de la Place (Nato, 1986). Nell’emozione di questa storica reunion si è chiuso il festival che tornerà in settembre per la sua quinta edizione.

Francesco Spezia

Foto Francesco Spezia

Gruppo Contemporaneo
Guido Mazzon, Filippo Monico e Angelo Contini